Arrivati al loro quinto album e raggiunti i dieci anni di carriera, possiamo considerare i Mystery Jets quasi come una band storica. Fardello non facile da portare, soprattutto se finora si è stati un gruppo ambasciatore della leggerezza e della presa bene. Non senza evoluzioni e cambiamenti: fra l’indie sincopato di Making Dens al suono molto più americano di Radlands, ultimo album fino ad oggi, i Mystery Jets hanno avuto tempo di cambiare e divertirsi. Dove li avranno portati questi 3 anni di silenzio?

A leggere le informazioni che hanno preceduto l’uscita del lavoro, ammetto di aver sentito un leggero brivido percorrermi la schiena. Riferimenti a band storiche come i Pink Floyd (copertina compresa), dichiarazioni in cui affermano di aver voluto comporre un disco “personale e intimo”, e di aver puntato a scrivere un lavoro coeso, non basato sui singoli, sembrano gli indizi tipici che premoniscono l’uscita di un disco pretenzioso, che nelle intenzioni degli autori dovrebbe consacrare la band, e poi nei fatti l’affossa definitivamente.

Il risultato è una via di mezzo: è vero, non ci sono grandi singoli, ed è vero, il disco è molto coeso, da ascoltare e apprezzare non a pezzi ma tutto d’un fiato. Le influenze indicate, se ci sono, non emergono in maniera troppo invadente, se non nei tentativi, saltuari e non sempre felici, di dilatare suoni e brani, come ad esempio in Blood Red Balloon. È l’atmosfera in generale ad essere cambiata: da Telomere, a Midnight’s Mirror, a 1985, così come nella maggior parte delle altre canzoni, si fa spazio una malinconia che, pur non essendo del tutto assente dai lavori precedenti, era sicuramente di contorno, là dove il pezzo forte erano invece canzoni capaci di farti sentire leggero, di darti una vera e propria botta di serotonina naturale. Tutto è rallentato, malinconico, i tentativi di accelerare, come in Bubblegum, sono rari e isolati.

Nel tentativo di evolvere il loro suono in un’ulteriore nuova direzione, i Mystery Jets non hanno comunque perso la capacità di scrivere belle canzoni: alcune di quelle già citate, indubbiamente lo sono. Il timore è quello che abbiano rinunciato a una parte di loro: quella che, incidentalmente, più li aveva fatti amare.

Traccia consigliata: Midnight’s Mirror