I Moderat hanno fatto un bel disco, e questo si poteva intuire già dall’uscita del singolo Reminder; quindi nessuna novità. La notizia è che, arrivati al quarto progetto assieme, Apparat e i Modselektor riescono a trovare l’approccio giusto alla costruzione di un suono distintivo. Nonostante le ispirazioni alla base siano facilmente riconoscibili, è difficile identificarle o catalogarle in singole componenti, ed è bello ascoltare finalmente qualcosa di omogeneo.

III non è migliore di II, chiariamoci, si parla solo del (talvolta difficile) rapporto che i Moderat hanno avuto con i Moderat stessi. Tra un album e l’altro c’è sempre stato il tentativo (necessario) di avvicinare due stili distinti e talvolta lontani, con risultati sempre migliori.
In II si sentivano benissimo le differenze tra Apparat e i Modeselektor, ma è questo che lo faceva (e fa) funzionare; la tensione che si crea è senza dubbio il più grosso merito dell’album. In III le cose cambiano drasticamente, l’equilibrio si sposta ancora una volta – perché la direzione in fondo è sempre stata quella – verso suoni più puliti e armoniosi, con il cantato di Apparat presente in quasi ogni pezzo. Non c’è niente che collida, o quasi: il risultato è come quello di un’orchestra, ma con dei piccoli glitch.

III o la svolta pop (e che significa?) 
Abbandonati quindi i lidi della techno e di altri sottogeneri dell’elettronica che potete immaginare perché conoscete già II, i Moderat creano degli scenari descrivibili più dal campo emotivo che da paragoni musicali. A lungo andare Ghostmother diventa struggente – provate pure.
La struttura stessa dell’album rispecchia l’idea di omogeneità, con un numero di tracce ridotto, tutte circa della stessa durata. Ordine, ordine, ordine. Questo non vuol dire affatto che il disco sia noioso o prevedibile, soltanto che per quanto possano mancare alcuni picchi altissimi (come Milk o Therapy) tutto funziona bene. Se la cosa sia da preferire è un argomento discutibile, ma la qualità resta elevata anche nei momenti più fiacchi e rilassati.
E se il primo ascolto magari lascia un po’ interdetti, perché il suono è cambiato ma i suoni continuano a sembrare un po’ quelli, il secondo ascolto è necessario, perché mica vorrai rimanere col dubbio. Da qui in poi hai perso, il quinto ascolto e il centesimo sono belli allo stesso modo (quindi tanto, e se al centounesimo stanca non lo so).
Per chi avesse ancora dubbi, i Moderat sono ormai una sicurezza.

Tracce consigliate: Reminder, Ghostmother, Intruder