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Ecco una band come le altre, che fa arte, buona musica e che produce una mitragliata di contenuti visivi racchiusi in un tumblr mistico, con un manifesto che fa “All We Are Is Just People Trying to Live, Trying to Live a Life That Means Something Else“. Il problema, delle altre, è che non hanno James Ellery Roberts.

Anche se l’io reclama i suoi spazi (From This Life   I   Will Free Myself), Spiritual Songs for Lovers to Sing è tutto tranne che l’album ‘del cantante dei WU LYF. Quanto alla musica, premere play è come premere start ad una lavatrice con dentro un mattone. È il caso di $0R0, presentata dal vivo come “una canzone scritta dalla prospettiva di un piatto di sushi che gira e non si ferma”; 6 minuti di autotune sottomarca, schiamazzi alieni e gabber, un po’ come in tutto Lost Under Heaven, che gira di continuo tra chitarre post rock (Here Our Moment Ends), eurodisco anni 2000 e Kurt Cobain (Lost Under Heaven). L’unico punto fermo è l’amore, visto che la Lucifer Youth Foundation è diventata questo, e se sulla questione WU LYF ci fossero ancora ferite aperte, LUH è senz’altro la miglior nuova vita a cui potevamo assistere.

Come in ANHONI, c’è un’idea di musica pop viscerale e collettiva, con i versi di Roberts da incorniciare e mettere in scrivania, una batteria onnipresente, un polistrumentista che facilita la catarsi e The Haxan Cloak in versione burattinaio fantasma, che ha la maestria di far convivere i passaggi rumorosi ed elettronici con i momenti più orchestrali come nella spirituale Someday Come. Il tutto è reso speciale dalla musa Ebony Hoorn, quando canta tra le urla graffianti e gli eco della chitarra di Unites, o nell’intima marcia nuziale Loyalty, mostrando una visione di duetto innovativa, sfacciata e da brividi, immersa in un’atmosfera senza tempo. A vincere su tutto, infatti, è l’amore, dopo mesi di perdizione e distacco, riflessi nei versi sci fi di Beneath The Concrete, un pezzo sbucato direttamente da un viaggio in Interstellar e in modalità tambureggiante tipo attack music, proprio come quell’esperimento ben riuscito che fu Hidden dei These New Puritans.

Sembra semplice, nell’era digitale che sta cambiando sia l’accessibilità che il significato di immagini, dell’arte e della musica stessa, ma invece è quasi impossibile avvicinarsi all’aura di un album così scellerato ed intenso come Lost Under Heaven, senz’altro uno dei lavori più sovversivi capitati alla musica negli ultimi anni.

Tracce consigliate: Beneath The Concrete, Loyalty, Someday Come