La manzità è lo stato di quiete che anticipa la libidine, dove l’essere è piacevolmente tormentato dalla ricerca di un’afrodisiaca pace dell’anima. Non credo che il dialetto romagnolo abbia aiutato Lone a riflettere sull’impatto filosofico del suo attesissimo disco, ma nel caso di Reality Testing non c’è miglior termine che possa descriverlo.

L’oracolo diceva che il selector inglese avrebbe dato un seguito alla hit bombastica Airglow Fires, con scarpette da battaglia ai piedi e palla specchiata pronta ad essere istallata in un seminterrato maleodorante. Invece tocca munirsi di un sandalino comodo e uno scacciapensieri indiano perchè Reality Testing è un disco R&S sfattone, dove synth avvolgenti ti urlano in un orecchio e sample erotici ti bisbigliano nell’altro.

Se la garage di stampo uk è il pane dei dj più piccini à la Julio Bashmore, il producer sceglie di stare coi grandi, indirizzando la sua musica verso il passato dei block party della West Coast e della musica da tè di Manchester adattata ai canoni R&S, con qualche stranezza.

Lone ha un gran gusto musicale, ma si avvicina solo lontanamente ad un curatore dalla sensibilità umoristica come Mr Scruff. Aurora Northern Quarter e gran parte dei pezzi di punta ornano dei loop rudimentali fino ad annullarli, ricorrendo in sperimentazioni acid jazz (2 is 8) e legnate da dancefloor breve e intensi (Vengeance Video), con un groove poderoso e una forte dose di coolness, a limite tra la foga del ghetto e la pigrizia da divano di pelle.

Resta un disco che verrà piacevolmente ricordato per le grosse aspettative e meno per la musica, che nonostante un livello di composizione altissimo, fa di Lone un selector pensante, impegnato ad interpretare a modo suo la sua spiritualità.

Traccia consigliata: Airglow Fires