Uno dei momenti più delicati per una next big thing nata in Gran Bretagna è, come da copione, la prova del sophomore. Dopo un eccellente esordio che risponde al nome di If You Wait, trainato da singoli di altissimo livello, i London Grammar vengono chiamati per la grande prova della verità: il vostro secondo lavoro sarà all’altezza delle aspettative?
Come se non bastasse, una pausa di ben 4 anni significa un ulteriore innalzamento di queste aspettative ed una marea di quesiti annessi alla questione “Ma adesso come suoneranno? Che strada avranno preso? Non diventeranno mica dei paraculi?

Truth Is A Beautiful Thing è un album perfetto ed allo stesso tempo stucchevole. Questo binomio appare abbastanza insensato, ma è uno dei modi migliori per descrivere al meglio le controversie a cui abbiamo dovuto far fronte. La produzione, affidata a grandi nomi come Jon Hopkins, Paul Epworth e Greg Kurstin è curatissima nei minimi dettagli, tanto da appiattire tutte le caratteristiche che differenziavano i London Grammar da qualsiasi altro gruppo dream pop post-The XX, fatta eccezione per la splendida Hannah Reid che spicca più che mai su tutto il resto.

Ricordiamoci ora insieme la London Grammar Formula:

Registro Poliedrico, profondo e originale di Hannah Reid +

accordi di piano riverberato +

qualche nota di chitarra ancora più riverberata +

entrate ritmiche trip-hop ed affini +

canzoni belle

Ed ecco a voi la New London Grammar Formula:

Registro poliedrico, profondo ed originale di Hannah Reid +

accordi di piano riverberato +

qualche nota di chitarra ancora più riverberata +

arrangiamenti complessi e pomposi mascherati da minimali +

sporadiche sezioni ritmiche +

canzoni mediocri

Insomma, non si può pretendere di mettere lì la bella Hannah a deliziarci con grandi prestazioni vocali e gorgheggi se pezzi come Strong e Stay Awake sembrano lontani anni luce. Sono sicuramente degni di nota i singoli che hanno anticipato il nuovo lavoro. Rooting for You è un grande singolo che punta dritto al cuore e Big Picture la segue con gli stessi risultati. Poi si va di pilota automatico, i pezzi sono tutti impostati sull'”essere atmosferici ed emozionanti”, ma mancano melodie valide: insomma è tutto impacchettato per bene, costruito alla perfezione, ma stanca ed annoia facilmente. Le uniche accelerazioni rispondono al nome di Non Believer e Everyone Else, ma anch’esse scorrono via abbastanza facilmente.

E proseguendo con gli ascolti, rimane una sola domanda: perché vi siete cosi uniformati agli altri, perlopiù con una produzione cosi fredda?
Truth Is A Beautiful Thing si dimostra essere un passo falso, un album che scorre talmente bene da non incidere quasi affatto. Chiediamo ai London Grammar di ripartire da un semplice passo: provate a risentirvi in questa versione spoglia di Oh Man Oh Woman e capirete come alla vostra identità non servano produzioni pompose ed eccessive. ma solo tanta semplicità. Noi nel frattempo ci fidiamo di voi e vi aspettiamo alla prossima prova.

Tracce Consigliate: Rooting For You