Lisa Germano è uno dei segreti meglio nascosti della musica d’autore. La ultraventennale carriera della cinquantacinquenne cantautrice dell’Indiana, osannata unanimemente dalla critica per Geek The Girl del 1994, considerato uno degli album più importanti dell’ultima decade del secolo scorso, si arricchisce di un’ulteriore perla dal titolo No Elephants, uscito per la Young God Records di “mr.Swans” Michael Gira.

Lungo le dodici tracce del disco si snodano profonde e articolate riflessioni sulla vita, sulla natura e sul rapporto con gli uomini e con gli altri esseri viventi dell’autrice stessa, che a questo proposito ha dichiarato: «Non so… eccetto la mia comunicazione con me stessa, la terra e i suoi esseri viventi sta diventando ogni giorno più strana. E’ come se potessi sostituire tutta la merda nella mia testa, i miei problemi con gli umani e quelli degli esseri viventi con me…di questo parla questo disco».

Siamo di fronte a un album estremamente intimista, riflessivo ed intellettuale ma in maniera pascoliana, ingenua e quasi infantile. Non c’è traccia delle presunzioni tipiche di molta musica cosiddetta “colta” e “di nicchia”, né di arrangiamenti ridondanti o eccessivi: al contrario, essi sono ridotti davvero ai minimi termini, quasi nel timore che gli strumenti possano sovrastare in qualche modo l’angelica voce della bella Lisa.

Ruminants, traccia d’apertura, inizia con versi di animali che lasciano subito spazio alla voce della Germano, accompagnata esclusivamente da un vellutato pianoforte; segue la title-track, più spiccatamente lo-fi – basti notare la presenza nella canzone delle vibrazioni di un cellulare che squilla, come ad indicare il totale rifiuto della comunicazione con gli uomini da parte della cantante – ma che prosegue sullo stesso mood. Se in Apathy and The Devil spicca l’introduzione dei loop di batteria di Jamie Candiloro, in Haunted, non troppo velatamente animalista (“Who can see, who can see, where are all the animals, there are days, they go away”) – l’espressività della voce della Germano, tra l’inquieto e il sognante, è ai massimi livelli; in Up In The Air s’intravedono invece i primi cenni di variatio strumentale.

Dance Of The Bees è invece un inno alla natura ed alla bellezza dei suoi suoni, protagonisti indiscussi di questo disco, con i ronzii delle api a farla da padroni, accompagnati da una chitarra classica e da percussioni di stampo tribale. …and So On è un canto alla sofferenza amorosa dell’artista stessa – “I’m sad because I love, I love you everyday” – ma anche di tutto il mondo animale, come testimoniano in sottofondo urla di scimmie e canti d’uccelli, intervallati da deliziosi passaggi di contrabbasso e pianoforte.

Il viaggio nella testa di Lisa si conclude con Last Straws For Sale, brano dai toni decisamente inquietanti, e Strange Bird, meravigliosa melodia, tra le più dinamiche dell’album tutto, che termina nel migliore dei modi.

No Elephants è un disco bello, sincero, minimale nella forma, ricchissimo nei contenuti e permeato della classe infinita di un’artista unica come Lisa Germano. Il seguito di Magic Neighbor è un canzoniere che racconta del viaggio nel fantastico mondo dell’immaginazione dell’artista, contornato dalla bellezza della natura e dei suoi esseri viventi, che si rispecchia in un dream pop prettamente acustico e fuori dal tempo.

Recommended tracks: Apathy and The Devil, Strange Bird