Perché nel 2015 dovremmo ascoltare un nuovo album di Justin Bieber?

Justin ha sempre cantato come un cagasotto, su musiche melense ed improponibili, accompagnando le sue inutili canzoni con inutili videoclip, vendendo dischi a migliaia di migliaia di bimbeminkia (e bimbiminkia, sigh) con inutili gusti musicali. Quindi, perché nel 2015 dovremmo ascoltare un album di Justin Bieber?

Purpose è il 4° LP studio del  ragazzo canadese, è uscito venerdì 13 novembre via Def Jam Recordings, e ci pone subito parecchi interrogativi, a cominciare dall’artwork.

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e dal nuovo look di Justin, per l’occasione.

Subito capiamo la svolta: Bieber è stanco delle bimbeminkia, vuole cominciare a farsi topa alternativa. Pronto per trasferirsi a Shoreditch, non vede l’ora di riempirsi di MD e ballare come se non ci fosse un dopodomani ai dj-set di Four Tet al Plastic People. Non vede l’ora di girare wasted per Brick Lane con un sidro alle mele in una mano e una paglia alle erbe aromatiche nell’altra, e di posare la domenica mattina davanti al 1001 con un bel centrifugato di vita per colazione.

In qualche modo però, bisogna passare per le conoscenze alternative mainstream che Bieber ha. Li contatta un po’ tutti, per raggiungere il suo scopo: Skrillex, Diplo, Blood Diamonds, Rick Rubin, Benny Blanco… A tutti presenta il suo purpose:

“regaz, voglio fare l’alternativo, mi son rotto di girare con ‘sti capelli a cazzo di koala”.

Il gioco è difficile, ma vale la candela: Justin ha un bel po’ di grano per arrivare al suo scopo.

Skrillex e Diplo, che da Goku e Vegeta hanno imparato come diventare Jack Ü, gli amici alternativi di Bieber, gliela buttano lì: ti produciamo il nuovo album, ti diciamo chi metterci dentro, per quale etichetta uscire (rotto il contratto con la Islands Records, Purpose è uscito, come già detto, via Def Jam, una delle maggiori etichette ad impronta hip hop del pianeta), come vestirti, e ti portiamo dal nostro parrucchiere (qui è intervenuto soprattutto Skrillex). Tu pensa a portar figa. E così Bieber accelera i corsi con il personal trainer, e si fa fare un paio di foto in mutande per creare hype

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Il risultato è stato un album. E, dopo questa storia avvincente, risulta più facile rispondere alla domanda d’apertura:

Perché nel 2015 dovremmo ascoltare un nuovo album di Justin Bieber?

Perché l’hype è perfetto, studiato e ben programmato. E allora dobbiamo capirne di più.

A dispetto di qualsiasi aspettativa – pensando soprattutto a quel che Bieber è sempre stato (come detto, cantato da cagasotto e musiche da falciapalle) – Purpose è un album che risulta essere ascoltabile, quindi dopo un primo passo iniziale passato a skippare le tracce per capirne più o meno il livello, mi accingo al vero e proprio ascolto.

L’apertura è tutta un “che cazzo fai Justin? u fuckin’ serious?!?“. In sequenza Mark My Words, I’ll Show You, What Do You Mean e Sorry sono un quartetto killer.

La intro ci fa capire che il sound e l’approccio sono diversi: base r&b, atmosfera (e già che ce ne sia una è tutto dire), Justin che prova a fare il Frank Ocean, nonostante i risultati non proprio identici… Le seguenti tre son tracce da paura, una dopo l’altra, di uno spessore pop estremo. Justin ha abbandonato le dinamiche pop underage e grazie a Skrillex è diventato maturo, musicalmente. Basi trap, uptempo, bei suoni, l’album potrebbe anche concludersi qui.

Fighe alternative post-hipster a cui quest’album piacerà tantissimo perché ciò che è anti-cool poi diventa cool a caso come una qualsiasi Ugly Betty ARRIVO!

L’album si compone a tratti di tracce intime, quali Love Yourself, la title-track Purpose, ma in generale appena si decelera un po’ Justin sembra non togliere né regalare nulla. Lo skip, alla terza volta, parte spesso in modo facile, alla ricerca dello Skrillex perduto. È per questo che verso la fine ci pensa Where Are Ü Now a smuovere le cose. La traccia, uscita già nell’album Jack Ü di quest’anno, è uno dei punti più alti dell’album. Qui, così come nelle altre tracce più solari, anche Bieber dà una buona prestazione a livello vocale, limitando i sospiri da cagasotto e lanciandosi in buoni cambi di ritmo e flessione.

Nella versione deluxe, infine, ci sono un paio di tracce da segnalare: We Are, in collaborazione con Nas, e Trust, che sembra una bonus track di Channel Orange by Frank Ocean. Ma questa è un’altra storia.

Più che una vera e propria opera musicale, qui si sta trattando, in definitiva, di una vera e propria opera commerciale volta e riposizionare Justin Bieber nelle menti dei consumatori di musica. E, certo, nelle menti della topa alternativa from Brick Lane. A questo proposito, possiamo sicuramente affermare che l’operazione è riuscita, in quanto Skrillex (soprattutto) è riuscito a dare a Bieber quella impronta musicale pop moderna lontana dal wannabe-teen del “vecchio” Justin. E Purpose risulta essere un lavoro concreto, positivo, che fosse uscito in maggio/giugno ci accompagnerebbe sulle spiagge di tutto il mondo.

Un album credibile, che molti ascolteranno di nascosto sotto la doccia attivando la sessione privata di Spotify.

Tracce consigliate: I’ll Show You