L’R&B è un genere avvolgente, corposo, originariamente nato come versione ritmata del blues e di quest’ultimo richiamante il carattere di narrazione di storie di vita ed emozioni provate. È il grattare della puntina del giradischi prima che inizi una traccia, un sapore caldo al palato che sa di autentico, morbido e soffuso allo stesso tempo. L’R&B non soltanto sopravvive al 2018, ma ne fa da padrone in un Rinascimento sonoro che scava nelle radici della storia musicale per assorbirne lezioni di stile ed eleganza – non è un caso che The Miseducation of Lauryn Hill sia prossimo al compimento dei vent’anni celebrati, in questi mesi, con un tour degno di un caposaldo eterno.

Venti sono anche gli anni di Jorja Smith, britannica e bellissima leonessa saltata all’occhio con una serie di collaborazioni da top chart (On My Mind feat. Preditah Get It Together con Drake nel 2017, I Am feat. Kendrick Lamar nel potentissimo album Black Panther un anno dopo), che ne hanno immediatamente evidenziato fierezza e delicata tenacia, fiore che sboccia resistendo al vento. La peculiarità di Smith è la sua giovane, spontanea abilità di mettere a nudo timori ed insicurezze che non la sua età, ma la sua empatica sensibilità genera, interpretando come pagine di un diario segreto amori incontrati, dubbi maturati e sguardi al futuro che una donna al principio della propria maturità volge con maggiore disincanto. La title track Lost & Found schiude un tenero esercizio di sincerità che fa da struttura ad un lavoro di ragionamento, domandandosi una ragazza ancora incerta sulla propria identità cosa cercare, cosa trarre di nutriente dal rapporto con l’altro.

Risplende la malinconia struggente di una Winehouse che canta l’amore, mescolandosi al beat ed alla luminosità della Janet Jackson di Got til it’s gone; il singolo Teenage Fantasy salta indietro di un decennio richiamando il pianoforte di un’esordiente e già regina Alicia Keys in Fallin. Icone femminili accomunate dall’essere adorate per forza gentile, sentimenti potenti incarnati dal carisma di dee sulla Terra. Non è presto per includere nel cerchio anche Jorja, che dalle copertine dei magazines più celebri irradia voluttà intellettuale e fisica, seducente creatura che fa del proprio talento lo specchio del vissuto. Il suo album di debutto è completo e formato, senza incrinature di sorta negli arrangiamenti, interpretazione o contenuto: Smith era pronta a quello che sarebbe accaduto probabilmente da sempre, perché quella che la contraddistingue è una classe ricercata e non forzata, naturale fioritura di un seme piantato al caldo del sole e nutrito da un’intensa fertilità.

Il sound del disco suona familiare come qualcosa che già si possiede e si ritrova: è il sottofondo tanto di una sentimentale notte d’incontro, quanto della mattina successiva a tirarne le somme, percorso intriso di sensualità, fascino e allo stesso tempo luce e distensione dell’animo. Persino nel cimentarsi in un freestyle (Lifeboats), Jorja sembra parlare guardandoti negli occhi, raccontando di sé in chiave universale a rendere la sua storia anche la tua, anche di tutti. Voce celestiale, capacità autoriale estremamente matura che dimostra quanto il tempo non sia che una convenzione, lì dove l’esuberanza della bravura scardina i canoni cronologici. Come nel video in bianco e nero di Teenage Fantasy, Smith è fuori del tempo, angelo di una nouvelle vague irresistibile ed attraente nel suo giovanile candore: è un fiume in piena che rompe gli argini sotto i tratti gentili, avviata una corsa che sarà impossibile fermare.

Tracce consigliate: Lost & Found, Where Did I Go?