“Too old to sell, too young to tell, too much of everything” cantavano qualche anno fa gli Is Tropical, con un chiaro riferimento ad una situazione di incompiutezza, di stasi, di una formazione eternamente rimandata, come nel miglior romanzo di Calvino.
L’unico ostacolo presente sul loro percorso artistico sembrava essere proprio quello, il solo rischio pareva proprio quello di restare bloccati in un limbo artistico-mediatico piuttosto paludoso. L’hype, le bandane, i volti coperti, i fantastici video, i singoloni, la fama, i sold out.
E poi? Quale destino? Quale sorte artistica? Soprattutto, quale futuro?

I nostri quattro (con Kirstie ormai stabilmente nella band) hanno deciso di rispondere a tutte queste domande con il loro terzo disco, Black Anything, uscito per Axis Mundi Records, giovanissima label fondata e gestita da Graham dei Crystal Fighters. Con Black Anything, appunto, gli Is Tropical rispondono a qualsiasi dubbio; e lo fanno con una determinazione e una maturità mai viste prima, onestamente, presentando un album caratterizzato da una decisa solidità, da un chiarissimo intento artistico; un album dalla struttura ben delineata e definita, costruita con precisione. Scritto durante l’ultimo tour -in giro per i 5 continenti- e composto da dieci tracce, l’album, come appena detto, ha una struttura chiarissima: ha dei veri e propri “momenti”, degli atti, come una rappresentazione teatrale.
Ad aprire le danze ci pensa Lights On: su le luci, si comincia. E si comincia con le tipiche sonorità elettroniche della band, con i synth lanciati e distorti, coi suoni ipnotici che tanto abbiamo imparato ad apprezzare. Sulla stessa falsariga, ma verso una dimensione più dark, si lancia invece Crawl, poi seguito da quelli che sono indubbiamente i tre migliori pezzi del disco.
Cruise control, Fall e On My Way rappresentano esattamente lo sforzo (riuscito) degli Is Tropical di comporre canzoni liricamente meno acerbe, da band più consapevole dei propri mezzi. Un’atmosfera più malinconica, scandita anche da testi non esattamente felicissimi, che segna la fine del secondo atto di Black Anything.
Si riapre il sipario con la tribalissima Now Stop, pezzo praticamente strumentale che suona la carica, tra martellanti percussioni e urla ritmate. Passando per Say e per la vibrantissima Believe, si arriva a What You Want, brano chiaramente più lento degli altri, che accompagna con delicatezza verso la fine dell’album. “I can give you what you want“, canta Kirstie, e l’impressione è che, sì, questa volta gli Is Tropical ci abbiano dato esattamente what we wanted.
Un disco sostanzioso, corposo, ricco di elementi curati in ogni dettaglio.

Gli Is Tropical hanno abbandonato le velleità del passato, hanno smesso di cercare di tener vivo il “fenomeno Is Tropical” per concentrarsi esclusivamente (e finalmente, aggiungerei) sulla musica, sul prodotto artistico. Il risultato è molto molto buono, un abnorme passo in avanti rispetto al comunque promosso I’m Leaving.
Gli Is Tropical sono diventati grandi; anzi, hanno finalmente deciso cosa fare da grandi: suonare dell’ottima musica. E lo fanno, ancora, maledettamente bene.

Tracce consigliate: Lights On, On My WayBelieve