Riecco gli Have A Nice Life. Dopo il debutto col mastodontico doppio concept album Deathconciousness, che li ha resi col passare del tempo una delle band più cult della musica post- degli ultimi anni, se l’erano presa comoda con i loro side-project più o meno metal sulla loro etichetta Enemies List.

Dopo sei anni di assoluto silenzio (salvo un EP e sporadiche apparizioni live) che non ha fatto altro che aumentare l’attesa e la curiosità nei loro confronti, Dan e Tim, riuniti dal destino, tornano con The Unnatural World, un sophomore dalle pretese ben più modeste rispetto al suo predecessore, ma che musicalmente non ha nulla da invidiargli: nessuna lunghezza chilometrica e nessun concept, quindi, solo un “semplice” album, in cui ritroviamo però tutto ciò che avevamo amato degli Have A Nice Life, dal post punk al post rock, dallo shoegaze all’industrial, dal gothic all’ambient. Il tutto sommerso e confuso da un riverbero eccessivo che è manifestazione della straniante, devastante, disgustosa mestizia che emanano i brani.

La sola Burial Society è un ottimo esempio dell’anima della band: una lenta e furiosa malinconia che ribolle sul punto di esplodere e fa rabbrividire per quanto attanagliante e sincera riesce ad essere. Sono devastanti negli attimi di quiete furente (Guggenheim Wax Museum) e paralizzano con i loro wall of sound contemplativi (Music Will Untune the Sky), ma è quando la loro rabbia repressa esplode che l’ascoltatore è preso e fatto a pezzi (Defenestration Song). Ci sono anche inaspettati momenti di calore avvolgente e rinfrancante (Unholy Life), ma finiscono per amplificare ancora di più l’angoscia meravigliosa e attanagliante del mondo innaturale che ancora una volta Dan and Tim, Reunited by Fate, riescono a creare. Non un mondo in cui vivere, ma un luogo da visitare di tanto in tanto per immergersi nel dolore e rabbrividire, lasciandosi scorrere tutto addosso.
Ci sono alcuni momenti che impediscono a The Unnatural World di arrivare ad essere il capolavoro che sarebbe potuto diventare (Cropsey), ma ce ne fossero di più di dischi così estremamente e perfidamente emozionanti. Suicidio facile.

Tracce consigliate: Defenestration Song, Dan and Tim, Reunited by Faith.