Se il 2012 avesse un suono, sarebbe il suono di Grimes.

Visions è ormai il terzo album della canadese Claire Boucher, in arte Grimes, ma è stato definito da lei stessa come il suo vero esordio, e a buona ragione: la distanza qualitativa dai suoi due predecessori (usciti tutti tra 2010 e il 2011) è enorme. Con questo disco il passo avanti è decisivo e la nuova etichetta lo testimonia senza lasciare spazio a errori di interpretazione.
Il pop più naïf si mischia all’elettronica più ricercata, creando un lavoro tanto complesso quanto accessibile e orecchiabile. La resa sonora è accuratissima, ogni suono è un orgasmo per le orecchie. La qualità è sempre a livelli altissimi, quasi incredibili: inizio bomba con Genesis e Oblivion, si continua sempre meglio con Circumambient e Be A Body e dopo un po’, quando sei già fin troppo entusiasta, arrivano Symphony IX e Nightmusic a farti urlare acclamando il miracolo. In particolare quest’ultima: capolavoro monumentale, con un cambio a 1:46 che sembra provenire da un altro universo.

La copertina è orribile, ma le scritte cinesi o giapponesi (che cazzo ne so) di cui è coperta fanno presagire in qualche modo alcune sonorità con un certo ché di orientaleggiante. Per il resto si parla solo di elettronica geniale e cosmica, con qualche ritmo tribale qua e là, farcita da un dream pop originalissimo e cullata da voci sognanti dall’oltretomba.

Con Visions rimarrete rapiti dopo i primi tre minuti, dopo i primi trenta sarà amore vero e incondizionato e ad album finito non potrete fare altro che riascoltarlo altre cinque volte. Minimo. Di seguito.
Forse non tutte le donne sono fatte per i fornelli, forse alcune sono fatte per chiudersi in camera una settimana senza dormire con synth e drum machine. Ma che non dimentichino di fare il bucato.

Tracce consigliate: Oblivion, Genesis, Nightmusic (feat. Majical Cloudz)