Al suo debutto, si parlava di Generic Animal come lo sherpa che, direttamente dalle lontane terre dell’emo italiano, ha recapitato alla caotica cultura pop una vastità di suoni prima sconosciuta a questa. Chitarre acustiche, cantato gridato, beat hip hop, autotune e fuzz dentro le più attraenti melodie.
A qualche mese di distanza dal grande debutto solista esce poi ciò che, a detta dell’artista, sarebbe il primo e vero album di questo progetto: Emoranger, seconda produzione, questa volta con l’aiuto di Zollo e con le liriche interamente scritte dal giovane cantante.

Lasciandosi alle spalle la squadra del omonimo primo disco, Emoranger è un lavoro più intimo, suonato dai due e che, tematicamente, sembrerebbe rappresentare meglio Galizia, il quale, di getto, cerca un canale di espressione zeppo di difficoltà: “Faccio solo cose che sai che detesto, Mi lamento sempre senza un pretesto”. Così si ha motivo ora di leggere il personaggio per come è realmente, trovando la singolarità nel semplificare certe tematiche in quanto forse impresa difficile se non scelta. Il minimalismo e destino dei testi, che sia voluto o meno, era, in ogni modo, lato sconosciuto del talento che esemplifica la propria musica anche in fatto di produzioni. L’impronta di Carlo Zollo segue decisamente la nuova scuola trap, più sentimentale e delle volte grezza, lontana dalla produzione curata di Adele Nigro Halfalib. Non toglie il fatto che Zollo abbia segnato il progetto con un buon lavoro e anzi, è riuscito a rendere Generic Animal nuovamente disuguale dalla restante scena, elemento che all’uscita del primo rendeva scettici anche i più affezionati al progetto in quanto difficile raggiungere il punto di rottura. Unica pecca è la post produzione vocale, la quale ora suona più spinta, ma che può risultare ridondante in quanto monotematica nei suoi effetti (se non per il pitch abbassato in Gattone).

Diversi brani attirano a sé ascolti ripetuti, come se in qualunque momento possibile ci sia modo di ascoltare pezzi quali Scarpe, Sc00ter o anche Camper, segnate da attacchi pieni servi di espressione di getto del cantante, il quale si descrive singolo, desideroso di solitudine e fermo nei propri pensieri. In altro modo seguono delle tracce che più gravano retoricamente (Amico , Gattone e Appartamento), suonando cariche di melanconia, se non risultando storie di malevolenza in Amico, empatia in Gattone e incomunicabilità in Appartamento. Ed è il modo in cui Galizia interpreta i propri testi nei suoi brani che, con una certa preoccupazione, si percepisce un leggero soffio al cuore, come se questi possano essere anche carichi di dolore per quanto sembri difficile esprimerli.

La recitazione dei propri pensieri fa sì che dopo Emoranger sembri quasi di conoscere chi si nasconde dietro la maschera di Generic Animal. Espresso in parole spicciole e suoni distaccati, questo passaggio musicale non perde il mood emo voluto esprimere precedentemente e anzi, in un attimo di sincerità, si è capito chi ci fosse sotto quella maschera, probabilmente non levata del tutto per evitare di impensierirci.

Tracce consigliate: Scarpe, Appartamento