Non deve essere stato molto semplice per Gazzelle scegliere i singoli apripista del suo album d’esordio.

Che Superbattito sia un “otto tracce” o una sola, micidiale, canzone pop è un dubbio più che legittimo, dal momento che il fattore singalong raggiunge in questo caso livelli altissimi. Complice una storia d’amore finita e una capacità sorprendente di assorbire e reinterpretare le recenti produzioni dei colleghi romani, Gazzelle ha confezionato una delle opere prime più chiacchierate di questa prima parte dell’anno. A ragione, si direbbe, visto che il superbattitto  non è solo dell’autore, ma dell’ascoltatore che ha appena cantato a squarciagola, tutte d’un fiato, le canzoni del disco.

Non sei tu, Quella te, Zucchero filato, Meltinpot e Balena è una cinquina che vi si stampa dritta in faccia e non avrete il tempo né la voglia di evitare. È rob(b)a che brucia, è una scrittura di getto, un sound fresco e una manciata di parole giuste al posto giusto: la conferma che il synth-pop capitolino ha ancora in serbo delle piacevolissime sorprese.

Sarebbe riduttivo, tuttavia, bollare Gazzelle come una qualsiasi declinazione di Calcutta o un surrogato della fatidica “scena romana”. Al di là della natura spiccatamente catchy dei brani e i richiami sparsi alle produzioni del primo Niccolò ContessaZucchero Filato su tutte – Superbattitto affronta con grande personalità  l’ossessione e il rancore, i ricordi e i rimorsi, il dolore e gli inganni nella testa di una relazione in frantumi. La voce di Gazzelle, che sembra quasi trascinarsi sulle melodie dal forte potenziale radiofonico, è però capace di raccontare la fine del mondo con una semplicità disarmante. “E che ne sanno gli altri degli occhi nostri mescolarsi e diventare tanti”  ha la stessa forza e la stessa malinconia di una foto sfocata che un tempo raccontava un momento felice e che oggi brucereste volentieri.

Il risultato, proprio come per le grandi delusioni d’amore, è un sexy-pop che vi entrerà in testa e vi spaccherà il cuore, conquistando un posto d’onore nei prossimi falò di quest’estate. In fondo è proprio ciò che sembra suggerire l’artista durante tutta la durata del disco: la necessità di un coinvolgimento del pubblico totale attraverso canzoni brevi ma incisive, da cantare a memoria, tutti insieme, per esorcizzare il dolore. Tutti rigorosamente sincronizzati sullo stesso superbattito, naturalmente.

Tracce consigliate: Non Sei Tu, Meltinpot