FIDLAR_TOO_CD_FRONT2Etichetta: Wichita Recordings Ltd.
Anno: 2015

Simile a :
The Blind Shake – Breakfast of Failures
Odonis Odonis – Better
Heaters – Mean Green

Comparsi nel 2011 con il primo EP omonimo, i FIDLAR sono il genere di band che non siete riusciti a togliervi dalle orecchie sin da quel fatidico giorno, non importa che il motto “Fuck it dog life is a risk!” non facesse per voi nemmeno prima che riusciste a presagire i cambiamenti del tempo attraverso le lamentele della vostra sciatica birichina: il cocktail di adrenalina, rabbia e – tanta – speed offerto dalla band californiana è “un’offerta che non potrete rifiutare”.
Ma voglio dire guardatelo, chi meglio di Zac Carper impersona l’american dream, o meglio, il californian dream con il quale tanti sono cresciuti per colpa di band i cui nomi non escono da labbra sigillate per timore (coff coff Blink 182, Sum 41, Offspring)?

Se vi riconoscete in questa premessa Too è l’album dal quale non potrete stare lontani.

Una domanda sorge però spontanea: che i FIDLAR siano maturati ed abbiano appeso al chiodo la droga (se questa cosa sia fisicamente possibile poi non chiedetemelo…)? Ma no! Poche arroganti plettrate iniziali ed è subito delirio con 40 oz on repeat il brano d’apertura. A chitarre acide, batteria pestata e la voce sempre al limite di Zac si alternano momenti di quiete accompagnati solamente da un carillon; questa calma ci viene consegnata quasi fosse un momento d’intima illuminazione, infatti, dietro alla scorza di freddo ribelle alla Brandon, Carper nasconde tanta ansia e bisogno d’amore “Because everybody’s got somebody, everybody but me. Why can’t anybody just tell me that I’m somebody’s?”, ma rivelazioni come queste non possono che essere fatte con l’accompagnamento badass per il quale i Fidlar si sono fatti consocere, il tutto si risolve in uno “I’m gonna lock myself inside my room, with this 40 oz. on repeat” in sfumando, sotto le affermazioni vagamente liceali va trovata della ben celata ironia, credo… spero.
Per ammissione del cantante stesso trovare una traccia d’apertura è stato per lui motivo d’ansia, ma il risultato è una canzone che presenta bene gli “equilibri” dell’album che a momenti puramente adrenalinici garage-punk, alterna tracce più dimesse e tranquille. Questo non è certo il caso di Punks che nonostante non brilli di originalità non manca certo di personalità con quel riff di chitarra talmente carico da sembrare quasi ’70s hard-rock; e vale invece per Overdose, una ballad tossica (o del tossico) che a tratti ricorda qualcosa dei QOTSA e nella quale Carper prova davvero a dimostrare che le droghe non sono divertenti, come più volte ammesso nelle sue interviste, un tema che trova finalmente espressione anche nel testo (e più volte nel corso di tutto l’ascolto): come in Sober, tra conversazioni immaginarie intrattenute tra sé e sé, un io sobrio ed un io che non lo è affatto, ed altri litigi amorosi “Look, I’m trying to get better but, I can’t do that when every goddamed thing is about you, and why do I have to figure out why I’m like this, and still treat you like a princess. But what about me? I’m a fucking princess too so treat me like one and don’t tell me what to do” o Stupid decisions, etichetta di ogni comportamento che, con il senno di poi, si è rivelato nocivo.

Nel 2013 FIDLAR aveva alzato alto l’asticella: un album al quale non si potevano muovere lamentele, c’era tutta la retorica di “vita al limite” del quale si potesse avere bisogno, compresa una puntina di introspezione (che non fa mai male), e poi solito, skateboard, surf, -tanta- birra, -tanta- droga, e – tanta – sociopatia! Una sorta di genius loci ma in versione californiana, soleggiata ed ignorante.
Nel 2015 con Too hanno dato prova di una grande maturazione a livello musicale, ed il tentativo di fare altrettanto a livello contenutistico, dimostrando che oltre al loro lato da addicted c’è di più, il problema è che quel che potrebbe sembrare una buona idea a livello generale si risolve in tante piccole smorzature e contraddizioni sulle quali la band voleva puntare, ma che in realtà sottraggono forza all’album a livello complessivo. In poche parole, Too avrebbe potuto essere un’esplosione devastante, ottiene invece l’effetto di tanti petardi ad esplosione controllata… Si sa che le transizioni di vita e musicali possono essere così, non resta che incrociare le dita per il prossimo e godersi un inedito che nell’album sarebbe stato davvero apprezzatissimo

Tracce consigliate: 40 oz. On Repeat