Non è stato difficile scrivere questa recensione, è stato molto più arduo collegare tutti i pezzi del puzzle di questo debutto eponimo degli Exploded View, gruppo formato da Anika e da una band messicana, a quanto pare, reclutata per l’occasione.

Gli Exploded View prendono tutto e nulla lasciano al caso: psichedelia anni ’60, krautrock ’70, industrial e new wave ’80, neoprog ’90, tutto sapientemente cesellato e non necessariamente tutto nello stesso momento. Partiamo col dire che il progetto solista di Anika si orientava già verso un dub industrial con una base kraut rock molto vicina ai lavori di Geoff Barrow ed il suo progetto Beak> e al progressive multiforma dei Broadcast; meno arioso e più claustrofobico. Anika riporta tutte le sue esperienze nel progetto Exploded View: Lost Illusions e One Too Many, ci trasportano subito in un mondo esotico e marziale, la prima riconducibile al già citato Beak>, la seconda scivola lenta e ruota attorno alla voce da femme fatale di Anika. Orlando è un pezzo dance-punk con un ipnotico e centrale giro di basso che sembra uscito da Second Edition dei PIL, mentre Disco Glove vive di frenesia e affanno, distorta e rumorosa, figlia dei Suicide. Chiude il disco la fantastica Killjoy: una sezione ritmica tribale in slo-mo arricchita da una chitarra cacofonica che nasconde inquietudine ed ansia, chiudendosi con un climax sferragliante e annoiato.

Il disco è un gioiellino in questo già ricco 2016, la voce di Anika è forte e ben presente in una mistura riuscita tra Nico e Grace Slick dei Jefferson Airplane, la batteria minimale e tribale viene presa per mano da un basso costantemente ipnotico. Un debutto di assoluto valore che riesce a farsi ascoltare e che cresce man mano con il passare degli ascolti.

Tracce consigliate: Killjoy, Disco Glove, Lost Illusions