Mettiamo subito le cose in chiaro: Ed Sheeran ha sia una bella voce (con una notevole estensione) che una discreta capacità nel suonare la chitarra e non lo scopriamo di certo noi oggi, nell’anno di Nostro Signore 2017. Ma basta questo a fare di lui un artista valido? In termini strettamente numerici è già uno dei più grandi al mondo, tra record infranti di biglietti e dischi venduti, ma non sempre ciò si traduce in qualcosa di qualitativamente valido. Il Rosso Malpelo, oltre ai motivi già elencati, piace perché ha un volto rassicurante, quello che non incute timore ai genitori di teenager di tutte le età, è l’amico e al tempo stesso il ragazzo che ogni padre (si fa per dire) vorrebbe per le proprie figlie. Ma questo è solo uno dei motivi del suo enorme successo.

Divide, il suo nuovo album, riesce a piacere trasversalmente a chiunque. Un disco che Fabio Fazio ha definito “Il piacere di ascoltare quello che uno vorrebbe ascoltare“, l’unico al mondo in grado di essere apprezzato da Fazio e Stormzy al tempo stesso (che ha partecipato ad un remix del singolo Shape Of You). Il sogno di qualunque discografico, che suona però come una compilation adatta da sottofondo a un centro commerciale durante i fine settimana, lanciato da due singoli che più diversi non potrebbero essere (Castle On The Hill e Shape Of You), con la collaborazione in fase di produzione, tra gli altri, di Benny Blanco (già produttore di alcuni dei maggiori successi di Rihanna, The Weeknd, Kate Perry, Justin Bieber, Maroon 5 e Major Lazer).

Difficile non essere d’accordo con un paragone che è stato fatto notare da molti: Ed Sheeran è la risposta maschile ad Adele, che da un piccolo paese nella contea del West Yorkshire (Hebden Bridge) è riuscito a imporsi e a farsi spazio tra i grandi della musica pop mondiale grazie al suo essere boy next door, arrivando in poco tempo a diventare una delle popstar britanniche più grandi degli ultimi anni. Canzoni adatte per ogni evenienza: dai matrimoni ai funerali, passando per compleanni e ogni altro tipo di ricorrenza o momento della vita che vi possa venire in mente.
Il suo grande successo è probabilmente dovuto anche al fatto che canta esattamente quello che la gente vuole sentire, storie che potrebbe raccontare qualsiasi ragazzo della sua età, volendo far credere al mondo intero che fama e denaro non l’hanno cambiato, come nel singolo Shape Of You (“The club isn’t the best place to find a lover/So the bar is where I go/Me and my friends at the table doing shots/Drinking fast and then we talk slow”) dove risulterebbe credibile nel raccontare di andare ad un primo appuntamento con una ragazza in un all you can eat, se non fosse che solo l’anno scorso ha guadagnato poco meno di 30 milioni di sterline. Ma la sua solida fanbase non si mette di certo ad analizzare queste cose, l’importante è che Ed abbia una canzone che possa fungere da colonna sonora ad ogni attimo significativo della loro esistenza.

Tutto perfetto quindi? Da un punto di vista strettamente commerciale sì. Musicalmente, però, il risultato è un’accozzaglia di generi e stili, prodotti in maniera certosina ed impeccabile, ma che messi assieme suonano come il carrello di un supermarket musicale in cui si è cercato di infilarci dentro più cose possibili. Passiamo dal rap-folk della iniziale Eraser alla cassa dritta del singolo da stadio Castle On The Hill, proseguendo con la ballata soul Dive arrivando fino al tropical house di Shape Of You. Ma trovano spazio anche strumenti tradizionali irlandesi (violini folk e uilleann pipes) in Galway Girl e (nella versione deluxe) addirittura un pezzo vagamente afrobeat (Bibia be ye ye); un calderone che fa risultare questo album tutt’altro che omogeneo. Ogni canzone ha il potenziale per poter diventare un singolo, ma è tutto talmente studiato che risulta più come un prodotto commerciale che un album con un filo conduttore dall’inizio alla fine, sicuramente perfetto per essere venduto su qualsiasi piattaforma e infilato dentro spot, colonne sonore, videogiochi e in qualsiasi altro prodotto vendibile. Costruito in maniera a dir poco perfetta, al punto da diventare poco credibile e senz’anima: non c’è un suono fuori posto, l’ombra di una sbavatura o imperfezione. Non ci sono dubbi che questo suo terzo album sarà un successo mondiale, uno di quei blockbuster sicuri ancora prima dell’uscita, ma è sulla reale qualità delle canzoni che di dubbi ce ne rimangono diversi invece.

In conclusione, cosa ci insegna questo clamoroso (e per certi versi senza precedenti) ennesimo caso discografico? Che puoi anche avere l’aspetto di uno psicopatico/killer seriale, ma se madre natura ti ha donato una grande voci e scrivi canzoni da libro cuore puoi entrare nelle case di miliardi di persone e diventare una delle piu grandi popstar al mondo.