Woolhouse ha le credenziali per essere tra gli imbronciati dell’anno, e tra quelli che fanno musica come se appena tornati da un weekend a Marte. E’ un aspetto che tempo fa destava stupore, quest’immagine del producer capace di pungere l’emotività degli indie dell’intero globo facendo urlare talvolta allo scandalo, ma adesso che la buona musica può uscire anche da un pad, ha il potere di esplorare nuovi mondi o semplicemente attenersi ad una scena. Deptford Goth (non è stato facile pronunciarlo) tende maggiormente alla seconda, ma attenzione, non tutti possono permettersi di essere chiamati alieni: di solito ne compare uno ogni due anni.

Gli effetti di lavori sovrumani si sentono a distanza di incassi, e i vari Daughter, Blue Hawaii, Inc., l’hyppato Astronaut Etc. testano con il loro sound il terreno già scoperto da altri, con risultati che ci hanno convinto o meno. In fondo ciò che conta per questi artisti è ritagliarsi un’oasi musicale che porta il loro nome, prendendo atto che qualcosa comunque la stanno cambiando, se il problema in questione è come mai Ben Pearce lo ascolti anche al supermercato.

Life After Defo, nonostante approfitti del successo di colui che proprio oggi non riesco a scrivere, è un’oasi apprezzabile per passione mista ad hipsteria, un punto d’unione tra digitalismo barocco e songwriting di mezzanotte. Gran merito alla Merok (Klaxons, Crystal Castles, Titus Andronicus), ed a Rodaidh McDonald, tra l’altro collaboratore del primo xx.

Echi, textures sovrapposte, lunghi synthoni ala Superquark (Bronze Age, che sa tanto di Alt-J che macinano un sample vocale di Thom Yorke) si fondono in orge sonore appetibili, che a volte si placano (Feel Real, Particles) fermando il tempo a modi Coexist, ed altre spingono all’orecchiabilità (Union, con un beat algido ed un cantato degno di partecipare all’ammucchiata), talvolta cercando di suonare e cantare come in una band, ma per fortuna è solo un caso (Years).

Più che influenze ed alieni, l’appeal lo-fi di Life After Defo si apprezza perché senza la componente emotiva vocale di Woolhouse ne rimarrebbe comunque un mixtape, di quelli che però meritano il vostro click.

Tracce consigliate: Particles