Anno: 2015
Etichetta: Virgin

Simile a:
Two Door Cinema Club – Tourist History
We Are Scientists – Nobody Move, Nobody Gets Hurt
The Strokes – Is This It?

Per buona parte delle persone del mondo vero, quella parte che dedica una quota inferiore del 50% del proprio tempo libero alla musica, indie è ormai un termine che indica una tipologia di gruppi ben precisa, con un suono ben preciso, un’estetica ben precisa, e una stereotipia ancora più precisa.
Poi ci sono tutti gli altri, quelli che di fronte all’evidente realtà ti diranno “ma l’indie significa ben altro – l’indie era ben altro – l’indie è una modalità di produzione, una mentalità non un genere – la gente non capisce un cazzo”. Tutti argomenti validi e corretti, ma anche un modo di rifiutare il sentire comune. Sentire comune che ha ormai cristallizzato la parola indie in un 2005 perenne da cui difficilmente si può scappare.
Non solo: c’è anche chi a scappare neanche ci prova, e al momento di lanciare il suo primo album non ha remore a citare esplicitamente Strokes, Kooks, Wombats e addirittura i The View come modelli di riferimento. Anzi, scriviamolo grosso:

I CIRCA WAVES HANNO DICHIARATO CHE IL LORO ALBUM SI ISPIRA AGLI STROKES, AI KOOKS, AI WOMBATS E AI THE VIEW.

Bene, ora che la metà abbondante dei lettori avrà chiuso la pagina rintanandosi tremante in un angolo ad ascoltarsi Kendrick Lamar in cuffia per superare lo choc, passiamo con l’altra metà a parlare dell’album senza pregiudizi.

Perché l’album è una sorpresa. Una ventata di freschezza, divertimento e genuinità che ti fa scordare che negli ultimi anni i capisaldi del genere sono stati Bastille, Atlas Genius e 1975. Get Away, T-Shirt Weather, Fossils, ed ecco che in 10 minuti scarsi ti torna la speranza che anche oggi sia possibile pensare di fare guitar-pop puro, ingenuo, di presa immediata, senza per questo rischiare di scadere nel ridicolo. Ovviamente non tutte le 17 canzoni sono così convincenti (i coretti uuuuhh-uuhh di Young Chasers riportano alla mente le peggiori aberrazioni del landfill indie), ma non è da tutti cercare di assomigliare agli Strokes e farlo in maniera credibile, come in Good For Me. O tentare lo stesso con i Two Door Cinema Club, quasi superando il modello di riferimento, come in Stuck In My Teeth.

Si cerca un motivo in più per una critica? I testi, sicuramente non proprio un fulgido esempio di poesia inglese contemporanea: se si è alla ricerca di artisti capaci di parlare del proprio vero o presunto disagio esistenziale, meglio non avvicinarsi troppo al gruppo di Liverpool. Se invece si sentiva la mancanza di un album energico e leggero ma di qualità, i 4 sapranno come farvi divertire.

Tracce consigliate: T-Shirt Weather, Stuck In My Teeth