Quando Caparezza arrivò al successo mainstream con tanto di comparsate a Top of the Pops io avevo 13 anni. Il suo disco mi venne regalato ad un compleanno da un paio di amici che, per farmi smettere di ascoltare in loop la discografia dei Deep Purple, erano indecisi se regalarmi l’ultimo di Tiziano Ferro o di “quello lì con tanti capelli in testa”.

Verità Supposte (il disco di cui sopra) fu davvero formativo e feci mie le tematiche di giustizia sociale e protesta che si celavano sotto le orecchiabili rime di Fuori dal tunnel. D’altronde per un pre-adolescente anche il finto anticonformismo va più che bene.
Da li in poi ho seguito con piacere l’evoluzione artistica di Michele Salvemini e le sue derive rock, dai concerti nei centri sociali alle apparizioni in tv nei programmi più trash.

Fatto sta che in dieci anni non ho ancora capito se Caparezza sia un gran paraculo o il più genuino dei rapper.

Di certo, è genuina la sua passione per l’arte, per le cose “fatte bene” e rimango ogni volta deliziato dalla ricerca che sta dietro ogni album. Con Museica l’obbiettivo mette a fuoco proprio l’arte, e come ammette lo stesso Michele, questa volta la ricerca è stata ancora più impegnativa. In più punti si cade nel velato populismo anti stato o comunque si rimane in equilibrio su di un labile confine che i più potrebbero confondere.

Musicalmente c’è però ben poco da dire, gli arrangiamenti non sorprendono o almeno non come in Le dimensioni del mio caos, nel quale si ebbe effettivamente un cambio di rotta e la voce camuffata di Caparezza rimane un pesante e a volte limitante marchio di fabbrica. Oltre a questo trovo sia una scelta davvero infelice arrivare a 19 pezzi nella tracklist; non perché ci siano delle tracce inutili e che rovinano il progetto, ma piuttosto perché la lunghezza del disco rende molto più difficile potersi gustare il prodotto dall’inizio alla fine.

Come i precedenti anche Museica ha bisogno di essere compreso e ascoltato con attenzione e con la volontà di capire i testi più che canticchiarli.

Traccia consigliata: Mica Van Gogh