La nicchia ormai sdoganata dell’indie rock/lo-fi/DIY che tanto abbiamo apprezzato negli scorsi anni – dal minimalismo di Alex G e Frankie Cosmos, passando per i synth di Porches e per la spinta emo di Elvis Depressedly, per arrivare all’evoluzione in full band di Car Seat Headrest – è tutta nata negli USA e cresciuta su Bandcamp. Quella di Endings, difatti, è un’estetica tutta americana, ma è la rivisitazione estremamente intima e personale che rende All My Teenage Feelings la prima grande risposta italiana alla scena DIY statunitense.

Il genere, nuovo alla penisola, è così di nicchia che è anche difficile da scovare: tra i nomi interessanti ci sono jj mazz (ex A Classic Education), gli Sweat ma soprattutto l’etichetta modenese Nervi Cani, che si è ben ritagliata il suo target nel giro, pubblicando anche Endings, prodotto da Lobby Boys. Quello del viterbese All My Teenage Feelings, al secolo Luigi Bussotti, è un disco di debutto compatto che molto deve alla produzione di Teen Suicide, Will Toledo e Alex G, e difatti gli stilemi sono quelli del bedroom pop: sette tracce, cantato in inglese accompagnato da synth e chitarra e produzioni volutamente scarne, da demo. È la grande filosofia del lo-fi, che trova la sua autenticità nella riscoperta dell’imperfezione, dell’errore, delle chitarre scordate, delle voci stonate e dei single take, nei testi che anch’essi riscoprono gesti ed emozioni semplici. Eppure Endings non è una traduzione letterale.

Momenti dopo l’apertura di EndingsMemories ti sorprende già con uno schiaffo dietro alla nuca quando entra la voce di Bussotti: “I have to end my temptation to isolate myself when everybody has fun”. E lì capisci che non è un disco che parla di mangiare pane, nonostante non si neghi a momenti musicalmente più upbeat (Twenty). Con Endings invadiamo uno spazio strettamente personale che quasi non avrebbe trovato altra forma d’espressione che questa, in cui l’atto di scrivere e di cantare trasforma i temi della solitudine, della paura e della paura che ti impedisce di scappare e di cambiare in una richiesta d’aiuto, principalmente verso sé stessi. All My Teenage Feelings, il cui nome già tradisce una certa influenza emo, usa Endings come il pozzo in cui gettare le proprie sofferenze, che in certi casi creano immagini suggestive mentre in altri sono vivida autobiografia (“Four years of my life to feel empty with a full fridge”, “Suffocation and running are my favourite activities in these hard days”). L’emotività che già ci aveva presi a schiaffi dall’inizio ci infligge il pugno nello stomaco definitivo con Corners, in cui forse per l’unica volta Bussotti si rivolge a qualcuno in cerca di aiuto (“Will you encourage me to fight this pain?”) e lo fa con una voce che nei punti più dolorosi trema così tanto da spezzarsi: è forse il tratto distintivo di All My Teenage Feelings, quella voce che ricorda molto un giovanissimo Conor Oberst e che l’autore decide di non nascondere dietro a troppi riverberi, andando contro i dettami tipici del genere e lasciandola lì, un passo più avanti del resto, per sottolineare l’importanza delle parole in questo processo.

L’intimità della musica e dello storytelling di All My Teenage Feelings ricorda in parte quella di Adele Nigro di Any Other, altro progetto dalle chiare influenze americane (sebbene diverse, e con risultati diversi). Come in Silently. Quietly. Going Away., c’è un’emotività di fondo che allontana Luigi e Adele dagli ermetismi, metaforismi e – in alcuni casi – machismi di molti loro coetanei, e forse non è un caso che entrambi abbiano scelto l’inglese come mezzo per spogliarsi. E, mentre consacriamo Endings come uno dei debutti italiani più veri e più interessanti del 2017, viene anche da chiedersi: come suonerebbe questa musica in italiano?

Tracce consigliate: Corners, Memories