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È un problema vero quello che affligge Kevin Parker e i suoi Tame Impala, che vorrebbero vedere la gente scatenarsi sui dancefloor al ritmo travolgente dei loro brani e non ascoltarli passivamente in stanza con le cuffione da trecento euri. Questo, in breve, il sunto di un’intervista che Kevin ha rilasciato a NME, in cui dichiara che il nuovo album Currents sarà molto più dance-friendly dei precedenti Innerspeaker e Lonerism.

“Listening to our music was very much a kind of headphone, solitary experience, which is cool, but I’ve moved on from that. I’ve always loved listening to music on my own, but there’s another side of me that is just fascinated by… like Goa trance, for example – just a rave on a beach in India, you know? Where there’s someone that’s spinning the music and it’s just this free-flowing continuous energy.”

Non che nei primi due album della band non ci fossero brani adatti a muovere il culetto (pensate a Elephant e Keep On Lying, per fare due esempi facili facili), ma i nuovi pezzi, da Let It Happen in poi, avranno una carica diversa:

“I wanted to make something that from the sound of it could be down at the club, I just realised that I’d never heard Tame Impala played somewhere with a dancefloor or where people were dancing.”

Molti critici si aspettavano da tempo una svolta più danzereccia da parte dei Tame Impala, che già per Lonerism ammisero di avere avuto più di un’influenza dai Supertramp, ma pare che stavolta sia tempo di ballare sul serio.

Se volete assicurarvi dell’esistenza di questa svolta da club personalmente, l’appuntamento è per le tre date italiane dei Tame Impala a fine agosto.