Manuel Agnelli, tra le star della prima edizione del Festival di SkyArte a Napoli, ha rilasciato un’intervista al fulmicotone a Linkiesta.

Ha prima smontato Freddie Mercury:

Secondo me è molto più importante in questo momento storico rappresentare dei contenuti piuttosto di avere delle doti tecniche o fisiche precise. A meno che non si voglia diventare attori porno.

Dopodiché è toccato ai Duran Duran:

Uno dei gruppi che disprezzo di più sono i Duran Duran. Quando ero ragazzo e volevo prendere in giro qualcuno che suonava gli dicevo “Suoni come i Duran Duran”. Ora pare che siano tornati di moda, se ne parla come se fossero stati un gruppo significativo. È inconcepibile: stiamo parlando di un gruppetto di ragazzi che davano più importanza al parrucchiere che ai contenuti. Socialmente hanno rappresentato il vuoto degli anni Ottanta, questo sì, in modo perfetto.

Ma è quando che gli è stato chiesto cosa pensasse dell’attuale musica italiana che ha dato il meglio di sé:

Mi fa cagare. Sì, perché non è indie, è musica leggera italiana camuffata da indie solo perché non è prodotta da una major. Quella roba lì, però, non è indie nei contenuti, non è indie nell’attitudine. Ed è un vero peccato che in Italia funzioni così.

Ha poi aggiunto:

Qui o sei un tamarro o sei intellettuale, non c’è una via di mezzo. Da noi i Rolling Stones non sarebbero mai nati. Loro sono molto ricercati musicalmente ma allo stesso tempo dei completi debosciati. Per fare il rock’n’roll a certi livelli bisogna essere un po’ ignoranti. In questo periodo di crisi per il nostro Paese, poi, dovremmo tornare ad avere più libertà. Il mood ideale sarebbe: “Possiamo fare quello che vogliamo, tanto non funziona niente”. Invece la musica italiana finto “indie” che gira adesso è praticamente il peggior Venditti. Anzi, è il peggior Venditti fatto male perché lo fa gente che non sa cantare e non sa suonare.

Non c’è nessuno che si salvi veramente.