“Chi cazzo è LIBERATO?” is the new “Che si fa a capodanno?”

La domanda più inflazionata degli ultimi mesi, a cui vorresti dare una risposta, ma proprio non lo sai, perché sei confuso, e le possibilità sono troppe e gli indizi troppo pochi.

Prima al MI AMI, dove alla fine erano Calcutta in compagnia di IZI, Priestess e Dj Shablo, poi addirittura Moroder su Instagram, poi forse un poeta di Scampia, persino Studio Aperto tra un servizio sul caldo africano e i cuccioli di cervo che invadono i paesini di montagna si è appassionato al caso. E poi forse ancora, ci dicono tocca aspettare la nuova stagione di Gomorra per sapere la verità.

Un depistaggio fatto e finito, che però funziona, meravigliosamente.

E se tutti noi aspettavamo il Club To Club di Torino per avere qualche risposta, anche a questo giro ci siamo presi un bel bidone.

Sul palco sono saliti in tre (Liberato compreso), tutti rigorosamente in felpa nera con cappuccio e viso coperto, circondati da una scenografia ed effetti luce che hanno impedito anche solo di scorgere per qualche secondo i loro visi.

L’effetto hype è al massimo e se tra il pubblico partono i primi “è lui?”, “è Calcutta! “, “e Lettieri?“, “nono questo non è napoletano“,  l’esibizione intanto parte a gamba tesa.

9 Maggio, Gaiola PortafortunaTu t’e scurdat’ ’e me e, a conferma del teaser che aveva pubblicato qualche tempo fa sulla sua pagina Facebook, è arrivato pure l’inedito, che stando al ritornello, pare proprio si intitoli Pecché me stai appennen’?

L’anonimato colpisce ancora e funziona alla grande anche questa volta.

Noi 10 papabili nomi sull’identità del cantante trap ce l’eravamo dati (Marco Marfè non è da sottovalutare).

Nel frattempo una cosa è certa: LIBERATO è LIBERATO.