Lana Del Rey è cresciuta. Come lo sappiamo? Beh, ha fatto una cosa da persona matura, cioè ha ammesso pubblicamente le sue colpe, se possono essere considerate tali.

Succede in una bella intervista su Pitchfork, dove le viene fatto notare come molti dei brani in airplay sulle radio USA al momento presentino dei testi parecchio depressi e demoralizzanti (viene fatto l’esempio di XO TOUR Llif3 di Lil Uzi Vert) e Lana ammette di avere contribuito a riportare un po’ di tristezza nel mondo mainstream:

There’s been a major sonic shift culturally. I think I had a lot to do with that. I do. I hear a lot of music that sounds like those early records. It would be weird to say that it didn’t. I remember seven years ago I was trying to get a record deal, and people were like, “Are you kidding? These tunes? There’s zero market for this.” There was just such a long time where people had to fit into that pop box. 

Insomma, il successo di Born To Die ha aiutato molti autori ad “uscire dal guscio” (o a cavalcare l’onda, scegliete voi), ma l’intervista presenta molti altri spunti interessanti su Lana e sul nuovo album Lust For Life, in uscita il 21 luglio, tra cui la ricerca della felicità, il suo rapporto con l’America di Trump e con i suoi fan.

La potete leggere qui, mentre aspettate che esca il disco vero e proprio (o che arrivi la fantomatica band con Miles Kane).