Non sappiamo esattamente quale brano sia stato utilizzato, ma quel che è certo è che la discografia dei Red Hot Chili Peppers è stata uno strumento funzionale alla tortura di Abu Zubaydah, detenuto dal 2002 perché ritenuto uno dei maggiori esponenti di Al-Qaeda, nonché braccio destro di Bin Laden.
Insomma, questo disgraziato ha subito torture di vario tipo predisposte dall’Intelligence in seguito all’11 settembre: waterboarding (ben 83 volte), denudazione forzata, privazione di sonno e cibo, tante botte e insulti e… ascolto forzato di Red Hot Chili Peppers. Gli hanno ficcato due cuffiette nelle orecchie e gli hanno fatto ascoltare per ore Anthony Kiedis & Co.
Che roba, pensate se gli avessero fatto ascoltare l’Officina della Camomilla, probabilmente sarebbe morto sul colpo.