music festival

Dacci oggi la nostre dose di allarmismo quotidiano: in Gran Bretagna, festival e club potrebbero essere l’obiettivo di nuovi attacchi terroristici, stando a quanto afferma un alto funzionario dell’anti-terrorismo inglese.

Alcuni giorni fa, infatti, si è tenuto un briefing sull’anti-terrorismo al Wembley Stadium, a cui hanno partecipato, oltra ai dirigenti della Premier League, anche i responsabili dell’industria musicale: tutti ad ascoltare consigli ed avvertimenti da Neil Basu, vice commissario della Metropolitan Police e responsabile delle politiche di sicurezza nazionali.

Molti stadi già dispongono di misure restrittive nell’eventualità di attacchi ma, a detta di Basu, i rischi sono ancora alti. Isle of Wight, Field Day, Reading & Leeds ma soprattutto Glastonbury con i suoi 135mila spettatori attesi: la lista dei festival d’oltremanica è sconfinata e, dopo gli attacchi di Parigi dello scorso novembre, i festival musicali saranno la venue più controllata dalla polizia.

“I luoghi affollati sono sempre un problema per noi, ma d’ora in avanti saranno la nostra priorità” – ha dichiarato lo stesso Basu.

Il 2015, secondo Pollstar, è stato un anno piuttosto positivo per l’industria dei concerti, con i fan disposti ad acquistare biglietti a prezzi sempre più alti e gli artisti sempre più dipendenti dai live come prima fonte di guadagno. Sarà interessante osservare i dati del 2016 – disponibili solo a partire da novembre – per capire se davvero, dopo la strage al Bataclan, ci siano state conseguenze reali nel settore o se la paura – innegabile, soprattutto per i grandi eventi – sia stata, al solito, eccessivamente mediatizzata e manipolata.