In una recente e più che rara intervista al NY Times (la prima in tre anni), Frank Ocean ha parlato apertamente di varie cose, tra le quali il modo in cui è cambiata la sua vita dall’uscita di Channel Orange ad oggi, raccontando di episodi accaduti nella città in cui abitava (Los Angeles) che l’hanno spinto a trasferirsi altrove – gli sono stati sottratti soldi, ha avuto scontri fisici per strada e ha dovuto riconsiderare il modo in cui venivano curati i suoi affari.

Dopo tutto questo, ha iniziato anche a sentirsi isolato, persino tra la sua gente:

I had, in the midst of all of this, this feeling of isolation. Within my circle, there was a lot of places I thought I could turn that I felt like I couldn’t turn to anymore.

Dopo essersi trasferito a Londra, dove ha vissuto per un periodo e ha registrato materiale in diversi studi, tra cui Abbey Road, si è spostato a New York dove ha avuto il classico blocco dello scrittore per quasi 1 anno, periodo durante il quale andava in studio e tutto ciò che riusciva a fare era

stare at the monitors and come up with nothing, or nothing that I liked.

Frank racconta poi di come è riuscito a superare queste difficoltà dopo essersi rivisto con un vecchio amico di New Orleans, che attraversava un momento difficile della propria vita, è stato quello il momento in cui ha capito che il suo nuovo album sarebbe dovuto essere molto più autobiografico:

I wrote ‘Channel Orange’ in two weeks, the end product wasn’t always that gritty, real-life depiction of the real struggle that happened.

Nel corso dell’intervista il rapper svela anche il motivo per cui non ha mai avuto alcuna fretta nel pubblicare un nuovo disco:

I know that once it’s out, it’s out forever, so I’m not really tripping on how long it’s taking.

E invece di iniziare i classici tour promozionali fatti di apparizioni televisive, esibizioni ai festival e passaggi nelle maggiori radio, ha passato un mese in vacanza (“China, Japan, Oceania, France, just around. Casual.”)

Tra i tanti argomenti trattati, ha parlato anche di come si senta libero di non pubblicare più album, non essendo più sotto contratto con un’etichetta, ma se vorrà anche solo canzoni di tanto in tanto:

Because I’m not in a record deal, I don’t have to operate in an album format. I can operate in half-a-song format.

In conclusione c’è però un passaggio che forse preoccuperà tutti i suoi fan, visto che in futuro potrebbe anche dedicarsi a completamente altro:

I believe that I’m one of the best in the world at what I do, and that’s all I’ve ever wanted to be. It’s more interesting for me to figure out how to be superior in areas where I’m naïve, where I’m a novice.