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Sono arrivati al terzo album della loro carriera,  e sono pronti a tornare anche da noi in Italia per due date che si terranno il 10 giugno al Circolo Magnolia a Milano e l’11 al Circolo Degli Artisti a Roma. Loro sono i We Have Band, e in occasione dei loro due concerti non ci siamo fatti scappare l’opportunità di intervistarli, per parlare del loro passato, del loro presente, del perché del loro nome scemo e delle loro aspettative per le date italiane ormai alle porte.

DW: Ciao We Have Band! Come state?

WHB: Tutto a posto, grazie. In questo momento siamo nel mezzo del nostro tour europeo. Ora siamo in Germania!

DW: Quand’è di preciso che avete preso la decisione di avere una band?

WHB: Tom e Dede sono sposati fra di loro, e già in precedenza lavoravamo tutti quanti insieme. Abbiamo iniziato a suonare per divertimento verso la fine del 2007, e nel 2008 abbiamo fatto il nostro primo live. Da lì le cose sono degenerate piuttosto in fretta, e non abbiamo mai più smesso di fare musica.

DW: Come mai avete scelto questo nome diciamo… particolare?

WHB: È venuto in mente a Dede: in quel momento non avevamo altre opzioni sul tavolo, e comunque è piaciuto a tutti fin da subito. Lo sentivamo giusto per noi, quindi abbiamo smesso di pensare ad alternative.

DW: La vostra musica è stata etichettata in diversi modi, da punk-funk, a dance-rock, a “depressive disco”. Altri invece dicono che non sia definibile. Voi invece sapreste come definirla?

WHB: Di solito lasciamo agli altri il compito di trovare definizioni. Comunque noi pensiamo che la nostra musica sia sicuramente orientata al ballo, ma ci piace l’idea di non darle un’etichetta precisa. Quando iniziamo un nuovo album vogliamo sentirci liberi di sperimentare in qualsiasi direzione desideriamo, finora è stato così e ci piacerebbe che così rimanesse.

DW: Secondo voi quali sono le principali differenze tra i vostri primi lavori e “Movements”?

WHB: Crediamo di essere maturati come musicisti, e che ora ci sia più facile trasformare le idee che abbiamo in testa in canzoni finite. In più, per la prima volta abbiamo avuto a disposizione uno studio tutto nostro per realizzare l’album, disponibile tutti i giorni, a qualsiasi ora del giorno, e con all’interno tutti i nostri strumenti e le nostre attrezzature. Questo crediamo che abbia influenzato molto il suono del nuovo album.

DW: La vostra musica ha dei tratti molto delicati, specialmente in quest’ultimo album. Ma allo stesso tempo molte delle vostre canzoni fanno indubbiamente venire voglia di ballare. Come riuscite a ottenere questo equilibrio speciale?

WHB: Prestiamo molta attenzione al confezionamento di ogni canzone, vogliamo assolutamente far ballare le persone ma allo stesso tempo non vogliamo che si muovano e basta, senza pensare al contenuto dei testi o al significato dietro il pezzo. Per questo ci impegnamo molto anche in questo senso. Nel nostro gruppo siamo in 3 a scrivere le canzoni, e anche questo ci aiuta a creare un bilanciamento unico.

DW: Quali sono le band attuali che seguite con più interesse? E quali sono quelle del passato?

WHB: Ci piacciono molto St. Vincent, Tune-Yards, Caribou, Wild Beasts, Sohn. Per quanto riguarda le band del passato, diciamo Pink Floyd, Michael Jackson, Bjork, Kate Bush, OMD, Talking Heads.

DW: C’è una canzone nella storia della musica che avreste proprio voluto scrivere voi?

WHB: Forse All My Friends degli Lcd Soundsystem.

DW: Avete suonato in tantissimi festival in ogni parte del mondo. C’è un palco su cui ancora non siete saliti e che vorreste conquistare?

WHB: Ci piacerebbe molto suonare al Fuji Rocks, in Giappone. Tom e Dede sono stati lì per la luna di miele e ci hanno detto che è una nazione molto affascinante.

DW: Com’è il pubblico italiano rispetto a quello di altri paesi? Vi piace suonare qui?

WHB: Amiamo suonare in Italia. Il pubblico italiano è di solito molto entusiasta, gli piace ballare, e questo piace a noi! In più il cibo in Italia è molto buono e questo è molto importante quando si è in tour.

DW: Siete in fibrillazione per le prossime due date di Roma e Milano? Cosa vi aspettate dal pubblico?

WHB: Sì, siamo molto eccitati! Ci aspettiamo che la gente che verrà a sentirci sia alla ricerca di una bella atmosfera da party, e che cantino e ballino insieme a noi. Vorremmo vedere la gente veramente fuori di testa!

DW: Ultima domanda. Come vi immaginate la scena musicale nel 2035?

WHB: Ci auguriamo che la scena musicale sia eccitante come lo è oggi e come è sempre stata. Molte cose cambieranno in termini di dinamiche di uscita dei dischi e in generale di tutta l’industria dell settore, ma la gente avrà sempre voglia di ascoltare e realizzare la sua musica, e questo crediamo basterà a mantenere sempre una scena musicale fresca e vivace.