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In occasione del ritorno in Italia degli Unknown Mortal Orchestra, abbiamo avuto modo di incontrarli a Milano per fare due chiacchiere con Ruban Nielson, cantante, chitarrista e vero cuore pulsante di una delle band più interessanti degli ultimi tempi.

DW: Ciao ragazzi, questa è la vostra seconda volta in Italia. Siete contenti di ritornare?

RN: Si è incredibile, qui ogni posto mi regala emozioni diverse. Siamo stati a Carpi e Roma ma è la prima volta che veniamo a Milano, la location (Magnolia) mi piace un sacco. Ogni posto in Italia è molto diverso dall’altro, adesso andremo a Ravenna e suoneremo sulla spiaggia, sarà un figata.

DW: A parte il tour stai lavorando al terzo album?

RN: Sì, attualmente ci stiamo lavorando.

DW: Ci puoi anticipare qualcosa?

RN: Sarà qualcosa di grandioso, ne sono molto fiero. Sarà meno lo-fi, ci sarà un suono più pulito, spero…(ride, ndr.). Le influenze base saranno le stesse: Sly & Family Stone, i Beatles, musica psichedelica in generale, ma ci sarà anche qualcosa di nuovo. Nel nuovo album ho cercato di inserire sonorità anni ’90, R’n’b. Mi sono fatto molto influenzare dalla musica di Prince, di Teddy Riley e Micheal Jackson. Sono molto eccitato, credo sarà il nostro album migliore.

DW: Il vostro secondo album ha avuto un grande successo, ve lo aspettavate?

RN: Non proprio. Per me è stato grandioso trovare qualcuno che stampasse il mio album. Ma non mi aspettavo che alla gente sarebbe importato quanto a me.

DW: Quale è il tuo metodo per scrivere canzoni? Voglio dire: hai un metodo specifico, una routine? Ti imponi ogni giorno di provare a scrivere qualcosa oppure aspetti  l’ispirazione o un momento particolare?

RN: Molte delle mie canzoni nascono mentre sono in tour, registro le idee migliori sul cellulare e poi le metto insieme. Non sono uno che dice: “Ok. Oggi mi metto qui e scrivo quattro canzoni, non importa se belle o brutte, io le scrivo“. Non voglio forzarmi, penso che sia una cosa che vada evitata, altrimenti ti ritrovi a fare le stesse cose, a scrivere una musica sempre uguale. Ad esempio per il mio nuovo album sto utilizzando molto di più il piano per comporre le canzoni perché mi sono accorto che con la chitarra facevo sempre gli stessi accordi, spero così di ottenere un sound nuovo.

DW: E per quanto riguarda il testo e la melodia, a cosa dai precedenza?

RN: Dipende: a volte se ho un testo molto buono, per me quello è il punto di partenza, anche se per il nuovo album ho cambiato la mia concezione rispetto all’idea di un buon testo. Vorrei che i miei testi attirassero l’attenzione delle persone senza  essere ad ogni costo poetici. Come nel caso della musica rap, dove i testi non per forza hanno un senso esatto ma restano impressi; questi tipi di testo sono il mio punto di riferimento quando scrivo. Prendo spunto anche dal mio account Twitter; lo utilizzo molto e alla gente piacciono le cose che twitto, quindi cerco di prendere spunti da ciò che scrivo su Twitter per i testi (ride, ndr.).

DW: Ogni canzone del vostro secondo album crea un’atmosfera diversa. È qualcosa che ti viene spontaneo o è qualcosa di ricercato?

RN: Io non smetto mai veramente di scrivere una canzone. È come quando ti svegli da un sogno bello o brutto che sia e ti senti strano per tutto il giorno. Come quando, per esempio, dopo un sogno in cui muore tuo fratello, pur sapendo che non è successo, non riesci a non sentirti triste; o come quando sogni di innamorarti di qualcuno che in realtà non esiste e non riesci a smettere di pensarci. Voglio che le mie canzoni siano così, che lascino un’impronta emozionale sulle persone.

DW: Come fate a ricreare queste atmosfere durante i concerti?

RN: Non lo so… Io cerco di… Onestamente? Spesso siamo molto ubriachi quando ci esibiamo, e anche se perdiamo l’orientamento e facciamo qualche errore non importa, ciò che conta è vivere quell’emozione, quel momento, suonare con passione e ricreare lo stato d’animo della canzone, sperando che il pubblico ci segua, che sia sulla stessa nostra lunghezza d’onda.

DW: In una precedente intervista hai detto: “ I don’t do any planning, I just try and let things bubble up like they do in a dream”. È legato al fatto che solitamente scrivi di notte?

RN: Sì, anche di mattina presto, verso le 5 o un orario simile, quando inizi a sentirti molto stanco, è quello il momento in cui molte idee interessanti “pop in my head”, certe idee che non potrebbero venire fuori in un momento diverso. Mi piace lavorare di notte, perché tutto mi risulta più facile.

DW: Come preferisci ascoltare la musica? Mp3, vinili o cassette?

RN: Se si tratta del sound preferisco utilizzare il nastro soprattutto per le registrazioni delle mie canzoni, però non ascolto la musica su casetta. Mi piacciono i vinili, ne ho un sacco ma non ho spesso la possibilità di ascoltarli perché sono quasi sempre in tour. Al momento ascolto la musica sul cellulare, in particolare la mia, in continuazione, soprattutto ora che sto lavorando al nuovo disco per capire quello che voglio ottenere dalle canzoni, cosa modificare, cosa tenere poi in studio.

DW: Siete spesso paragonati ai Tame Impala e ai Temples. Cosa ne pensi?

RN: Conosco i Tame Impala, e mi fa piacere essere associato a queste band, penso siano dei gruppi molto validi. Tuttavia nel prossimo album vorrei cambiare  il sound della musica psichedelica, vorrei fare qualcosa di diverso.

DW: Grazie! E speriamo di riverci presto!

RN: Grazie a te, a presto!

Nel caso ve li foste persi ecco il loro live per la KEXP

Unknown Mortal Orchestra – II