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Martedì scorso, 25 marzo 2014, abbiamo avuto l’onore di inaugurare una nuova ondata di Deer Waves Party con un ospite eccezionale che risponde al nome di Teen Daze.

Alla sua prima tappa del tour europeo, Jamison si è fermato proprio a Milano per dar vita ad una seratona con i fiocchi che rimarrà nella memoria di tutti i presenti per un bel po’.

Prima di recarci tutti insieme alla Sacrestia Farmacia Alcolica per il party, noi due cerbiatte del team DW (c’era anche la Mars, ndr) abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio lungo i navigli chiacchierando con Teen Daze del più e del meno: mogli, figli, progetti per il futuro, montagne e laghi delle terre canadesi, vini, caffè.. ah sì, e musica.
Ecco qui com’è andata:

DW: Allora Jamison, ci dicevi che non è la tua prima volta in Italia, l’anno scorso hai suonato a Roma. Ti piace Milano, cosa hai fatto da quando sei arrivato?

J: Sì, è bellissimo qui. Ma sfortunatamente non ho visto un granché. Siamo stati un po’ in giro (lui e l’amico Dave, ndr), abbiamo mangiato qualcosa, ma sai quando sei comunque in tour non è che hai molto tempo per guardare bene la città, visitare i posti. In verità, mi aspettavo di trovare le strade piene di gente super fashion. Ma forse non è questa la zona (ride, ndr). Comunque sì, sono felice di essere tornato in Italia. A Roma ci eravamo divertiti tantissimo, c’erano tante cose da vedere. Poi noi amiamo il caffè italiano.

Dai, magari dopo se abbiamo tempo ti portiamo noi a vedere la Milano fashion! Ma dicci, com’è svegliarsi ogni giorno in un paese diverso?

Abbastanza strano! Sai però, è una cosa che impari abbastanza velocemente, cioè, impari a non svegliarti ogni giorno sorpreso di essere in qualche posto diverso dal giorno prima. Per esempio, anche ieri quando siamo arrivati qui a Milano, eravamo stanchi, a causa del jet-lag, e anche un po’ spaventati. Ma tutto sta nel crearsi una propria routine, come fai a casa, cerchi di portarla con te in tour. Per me può essere, non so, ascoltare un certo disco quando mi sveglio, lavarmi, fare stretching, le solite cose che faresti a casa insomma. Quindi sì, è strano svegliarsi sempre in posti diversi, però sai che è temporaneo.

Sappiamo che è una domanda di routine, ma ci piacerebbe sapere come mai hai scelto questo nome per il tuo progetto musicale. Perché Teen Daze? La tua musica ci fa pensare all’estate, agli amori giovanili, e cose come quelle..

Sì, quando ho iniziato a fare musica il mio intento era proprio di ricreare quelle atmosfere, quelle sensazioni lì. Poi, un giorno eravamo ad un compleanno di un amico che compiva 20 anni, quindi era l’ultimo giorno da teenager, e decidemmo di fare tutte le tipiche cose che si fanno quando sei appunto adolescente. Lo chiamammo il Teen Day, e per tutto il tempo eravamo lì ad urlare “teen day, teen day!”. Stavo proprio lavorando al primo EP in quel periodo, non avevo ancora un nome per il progetto. Scrissi questa canzone, chiamata proprio Teen Daze, dedicata a quel mio amico. Poi quando pubblicai l’EP mi accorsi di non averla inserita, e quindi decisi di chiamare proprio il progetto in quel modo. Ed ora è strano perché quando iniziai a fare musica ero al college, quindi lo facevo più per gioco. Ora invece la mia musica è diventata più seria, un vero e proprio lavoro, quindi magari mi sembra che il nome Teen Daze non la rispecchi molto (ride, ndr), ma allo stesso mi piace perché da’ quel senso di innocenza, di ottimismo, è ancora nella mia musica. Anche se ormai ho 28 anni e sono ben lontano dall’essere un teenager (ride, ndr).

Mi piace il contrasto che si crea tra la tua musica, tra le sonorità che usi, ed il fatto che tu venga da una città fredda quale è Vancouver. Come ce lo spieghi? È voluto il contrasto?

Ci sono un sacco di band, di artisti svedesi che fanno questo tipo di musica, per come dire “estiva”. Un mio amico che è lì mi dice che l’estate dura tipo 2 mesi, quindi tutti sono in attesa che arrivi. Ed è più o meno la stessa cosa che succede a me: ero lì un inverno, guidavo e pensavo “non vedo l’ora sia estate… facciamo musica estiva!”. È nata così.

Sappiamo che hai un secondo progetto musicale, Two Bicycles. Va ancora avanti?

Sì, sì. Realizzerò un album proprio quest’anno, ho finito di lavorarci l’anno scorso. È già tutto registrato, le canzoni sono lì, ma insomma manca ancora qualcosa, gli ultimi ritocchi. Ma sì, quest’anno uscirà e sembra molto carino!

Ma come mai hai deciso di dar vita a due progetti musicali? Entrambi da solo.

In realtà, ho cominciato con Two Bicycles ancora prima di dare vita a Teen Daze, ma mi piace pensare che siano due cose differenti e separate. Con quel progetto faccio più una sorta di folk, ci sono le chitarre, anche se nel nuovo le sonorità sono molto più ambient, per niente folk. Mentre con Teen Daze è tutta elettronica. Mi piace tenerli separati quindi, anche se comunque sono sempre io (ride, ndr).

Da dove viene la tua musica? Cosa ti da ispirazione giusta per creare la tua musica?

Dipende, per esempio da che periodo dell’anno è. Mentre preparavo quest’ultimo lavoro, infatti, era estate, quindi ho creato della musica, dei suoni, molto più estivi. L’ispirazione la prendo un po’ da tutto, dal tempo, dai paesaggi, se c’è caldo, se c’è freddo. Mi piace l’inverno, ma mi piace starmene dentro casa, non ho molta vita sociale in inverno infatti (ride, ndr). La musica che faccio in inverno quindi è molto più lenta, bassa, a differenza di quella che faccio quando compongo in estate.

Con chi ti piacerebbe suonare?

Uhm, per questo tour mi piacerebbe suonare con Todd Terje. Oppure non so, mi piacerebbe fare un tour nei teatri, sarebbe un sogno. Beh poi anche suonare con gli Explosions In The Sky! O anche con i Real Estate, i DIIV, sarebbe cool. Ecco sono un po’ egoista per quanto riguarda questo discorso, nel senso che vorrei suonare solo con band che effettivamente mi piacciono così riesco a conoscerle (ride, ndr).

Beh sì, ci credo! E invece cosa ascolti mentre lavori alla tua musica?

Dipende sempre da che periodo dell’anno è, se è estate o inverno. In genere ascolto un sacco di ambient music. Quest’anno ho ascoltato molto Mount Eerie and the Microphones, che è un progetto nato appena fuori da Seattle. Lui fa una specie di folk, dark-folk anzi, se così si può definire, perché è un tipo che ascolta molto black-metal (ride, ndr). Non so come spiegarvelo, ma è meglio di come suona detto così. È davvero bravo. […] Oppure non so, mentre lavoravo a questo EP che è uscito proprio oggi (Paradiso, ascoltatelo e scaricatelo qui gratuitamente, ndr) ascoltavo un sacco Aphex Twin o musica più elettronica e glitchy. Ma in ogni caso qualunque cosa ascolto mi da delle influenze mentre lavoro, per esempio Caribou, Tame Impala, Washed Out, Jon Hopkins… ecco, anche con lui mi piacerebbe suonare (ride, ndr)!

Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale canadese?

È veramente fantastica! Broken Social Scene, Arcade Fire, Trust, Mac Demarco! Ce ne sono davvero tanti. Voglio dire, gli Arcade Fire credo siano la migliore band al mondo al momento. È assurdo perché ricordo che ero al college e ascoltavo Funeral, e pensavo “wow non ho mai ascoltato qualcosa del genere prima d’ora!”, sono passati 10 anni e loro sono ancora lì. È davvero un posto pieno di bella musica il Canada, non solo Vancouver, anche Montreal, ma anche nei posti più piccoli c’è una bella scena musicale.

So che anche la scena hip-hop/r’n’b sta crescendo in questi ultimi anni, a me piace molto PARTYNEXTDOOR, conosci?

No! Veramente no, mai ascoltato! Assurdo, vengo in Italia e qualcuno mi parla di cosa succede nel mio paese, figo (ride, ndr)! Comunque sì, anche la scena hip-hop è abbastanza forte, a Toronto specialmente, vedi The Weekend. Poi ogni città ha un suo genere. Questo anche perché in Canada se vuoi fare musica il governo mette a disposizione dei fondi, ed è una bel vantaggio che abbiamo.

Noi in Italia non abbiamo nulla del genere, purtroppo. Conosci qualche artista italiano?

Sì, conosco gli Holidays di Roma, ho fatto un remake per loro! Ovviamente poi c’è l’italian-disco degli anni 70. Voglio dire, avete Giorgio Moroder!

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Ogni volta che ascolto la tua musica mi viene in mente una colonna sonora di qualche film indipendente. Mai pensato di crearne tu stesso, di apparire in un OST? Chi è il tuo regista preferito?

Questa è davvero una domanda difficile, nell’ultimo tour abbiamo parlato sempre di cinema. Siamo dei grandissimi fan del cinema. Sì, ovviamente mi piacerebbe tantissimo incidere una colonna sonora, sarebbe una bellissima esperienza, sopratutto lavorare fianco a fianco con un regista che ti suggerisce le sue idee, per esempio. Quindi sì, sarebbe davvero figo.
Regista preferito… ecco, allora: in tour abbiamo tentato di stilare una lista dei nostri preferiti e quelli migliori, perché sai non sempre sono la stessa cosa! Credo il mio preferito sia Spike Jonze, e da molto prima di vedere Her! O anche Wes Anderson. Il migliore invece Cooper (Scott, ndr). O Tarantino. Poi amo Lynch. Non ne puoi nominare uno solo (ride, ndr). Poi ci sono un sacco di registi bravissimi e molto giovani.

Tutti noi di DW siamo degli appassionati di serie televisive, cosa ci dici di te? Ne guardi?

Sì, tantissime! Io e mia moglie guardiamo un sacco di TV insieme, vediamo… alcuni dei nostri preferiti sono Friday Night Lights, True Detective che è straordinario! Però non penso di averne trovato uno ai livelli di Twin Peaks. Lost anche è molto bello, le prime due serie son le migliori. Poi The Wire è incredibile. Purtroppo invece non ho ancora visto nessun episodio dei Soprano.

Come ti prepari prima di partire per un tour?

Mi stra-preparo direi (ride, ndr). Devo guardare tutto per bene, dove sto andando, quanto tempo devo rimanerci, dove dormirò, dove mangerò, dove suonerò. Passo molto tempo a controllare che tutto sia organizzato per bene, che nulla sia lasciato indietro e che tutto a casa sia sistemato. Per esempio, a casa ho lasciato l’assicurazione della mia Renault che scadeva oggi, e quindi ho dovuto mandare a mia moglie una foto della mia patente (ride, ndr)! Spero che un giorno potrò avere delle persone attorno a me che si preoccupino di tutte queste cose (ride, ndr).

In genere usi molte immagini di paesaggi per le cover dei tuoi lavori, come mai?

Lavoro con un artista, Daniel, che vive a Detroit, e ci piacciono le stesse cose come il tempo, i paesaggi, quindi rappresenta sempre alla perfezione quello che ho in mente proprio perché mi capisce. Sa come rendere le mie idee.

Hai qualcosa per il futuro in mente? Non so, qualche collaborazione?

No, in realtà non ho nulla di programmato per ora. Certo mi piacerebbe collaborare, come ho detto prima, con Caribou per esempio. Mi piacerebbe imparare molto da lui, osservarlo mentre lavora, perché per quanto ci provi, per esempio, le mie batterie non suonano mai come suonano le sue (ride, ndr)!

Sei carico per stasera?

Sì, tantissimo. Di solito mi preoccupo perché non so come sarà, non so se le persone conoscono la mia musica, se gli piacerà. Ma stavolta sono abbastanza sicuro di me, mi voglio godere solo il momento. Poi sta arrivando l’estate, magari non proprio oggi (era nuvoloso, ndr), ma sento che le persone si divertiranno in questo tour!

Lo speriamo anche noi! Non vediamo l’ora sia stasera. Sarà sicuramente pazzesco.

E così è stato amici.

Ringraziamo Teen Daze per il suo tempo e per la sua simpatia. Per la bellissima serata che ci ha fatto passare e ringraziamo tutti voi che eravate a far festa con Deer Waves in Sacrestia (qui & qui trovate le foto della serata).
Alla prossima cari cervi: 28 Maggio DW Party w/ TRUST.