Milano.

Santeria Social Club, uno dei locali milanesi in cui almeno una tappa è d’obbligo, non solo durante il giorno, ma anche la sera, per la quantità notevole di ottimi concerti che propone. È infatti proprio lì che abbiamo appuntamento con Stuart Braithwaite, leader della ormai storica band Mogwai.

A due anni dall’uscita di Rave Tapes, e ad un anno dall’uscita della colonna sonora Atomic,la band è infatti tornata con un nuovo album dal titolo Every Country’s Sun, uscito il primo settembre. La band scozzese ci incanta ormai con al sua musica da quasi più di 20 anni (chi di noi non si è perso almeno una volta ascoltando Take Me Somewhere Nice?!), e pare proprio che con questo nuovo lavoro ci sia stata qualche (piccola sia ben chiaro) svolta dai toni pop.

Stuart non è certo la persona più prolissa che abbiamo incontrato, ma a suon di domande su domande abbiamo scoperto un sacco di cose che mai ci saremmo aspettati. Ad esempio, ve lo ricordate X Files?

DW: Ciao Stuart! Come ti senti per l’uscita di Every Country’s Sun, il vostro nuovo album (1 settembre n.d.r)? Emozionato?

STUART: Sono veramente emozionato, sembra passato così tanto tempo da quando lo abbiamo finito, quindi non vedo l’ora di poterlo fare ascoltare, ehmm..sì tutti noi siamo decisamente pronti, è sempre emozionante quando la musica passa dalle mani di poche persone che l’hanno creata ad un pubblico molto vasto.

DW: Rave Tapes è uscito nel 2014, e nel 2016 avete scritto Atomic per il documentario di Mark Cousins. Cosa dobbiamo aspettarci da Every Country’s Sun? Quali sono le differenze?

STUART: Sì assolutamente, credo che sia un album molto diverso da Rave Tape, che è stato un album molto minimal, mentre questo nuovo lavoro è molto più fluido, possiede moli più temi al suo interno che gli danno una grande varietà.

DW: Avete avuto delle ispirazioni particolari per questo nuovo album? Com’è nato?

STUART: Direi che è venuto fuori in maniera molto naturale, ognuno di noi ha scritto della musica e poi l’abbiamo messa assieme suonando; abbiamo registrato in America in uno studio ad un’ora da Buffalo, lo stesso in cui hanno registrato artisti come i Mercury Rev e MGMT. E abbiamo impiegato due settimane a registrare e altre due per mixare, quindi è stato piuttosto veloce.

DW: Come mai avete scelto il Primavera Sound Festival per presentare questo nuovo album? E come mai è stato un concerto così last minute?

STUART: In pratica ce lo hanno chiesto (ride n.d.r)! E’ stata una loro idea (degli organizzatori del festival n.d.r), e pensavano sarebbe stato divertente avere un così vasto pubblico di fan per poter presentare tutta la nostra nuova musica.

DW: Nel nuovo album ci sono 11 tracce e abbiamo già ascoltato il primo estratto Coolverine. Per tutti quelli che non erano al Primavera Sound Festival, quale sarà la traccia che ci sorprenderà di più?

STUART: Bhe, indubbiamente la seconda canzone che faremo uscire a breve, che è una canzone dai tratti molto pop, si intitola Party in the Dark, ed è anche la seconda traccia nel disco. Credo proprio che questa sarà la traccia che sorprenderà di più i fan.

DW: Questa è una domanda un po’ filosofica, ma cosa vorreste comunicare attraverso la vostra musica?

STUART: Io vorrei soltanto che le persone si godessero la musica semplicemente ascoltandola; le nostre canzoni hanno al loro interno davvero poche parole, quindi mi piacerebbe che le persone si facessero semplicemente trasportare dando a loro piacimento un’interpretazione a quello che stanno ascoltando. Ci sono tanti usi e modi di poterla ascoltare,e le persone ne possono fare quello che vogliono, ed è quello il suo bello.

DW: Ci racconti qualcosa in più del progetto Minor Victories? Com’è nata la collaborazione? Dobbiamo aspettarci un secondo album?

STUART: Si assolutamente, tutto è partito Justin che suona negli Editors e Rachel degli Slowide che hanno iniziato a fare musica insieme e avevano il desiderio di portare altre persone dentro il progetto e quindi hanno chiesto a me di suonare la chitarra e hanno chiesto a James, il fratello di Justin, di suonare il basso e semplicemente ne è venuto fuori un album. Per quanto riguarda un secondo lavoro, sì, faremo sicuramente un nuovo album, non so bene quando visti tutti i nostri impegni, però sì c’è sicuramente la volontà di creare un nuovo lavoro.

DW: Che cosa ascolti solitamente? Hai un genere musicale o un’artista che preferisci?

STUART: Mi piacciono tutti i generi musicali, ne ascolto di ogni tipo. Se devo scegliere un genere preferito, probabilmente direi ambient,ascolto molto artisti come Starts of the Lid e Brian Eno.

DW: Parlando dello scenario della musica scozzese, che tipo di rapporto c’è tra tutte le band che provengono dalla Scozia? Ci racconti qualcosa in più su Rock Action Records?

STUART: Non so di preciso che tipo di connessione ci sia ma è molto forte, siamo tutti molto legati, e molto amici tra di noi, con tutte le band che provengono dalla Scozia. E’ difficile esprimerlo a parole, ma è come se fosse una specie di comunità, un senso di appartenenza. E’ infatti lo stesso principio della nostra etichetta (Rock Action Records, etichetta discografica indipendente fondata dai Mogwai nel 1995 n.d.r): abbiamo un sacco di band scozzesi come gli Errors o i Sacred Paws che sono mezzi scozzesi, e molte sono band molto giovani. Credo sia davvero una cosa molto bella che noi possiamo fare anche per altre band, sono davvero orgoglioso di Rock Action e di come sta andando.

DW: Domanda personale: guardi serie tv? Quali sono le tue preferite?

STUART: Bhe adoro Il Trono di Spade, mi piace molto Glow una delle ultime produzione Netflix, e poi True Detective, Breaking Bad; se penso invece ad una vecchia serie tv mi piaceva molto X-Files.

DW: Cosa è cambiato con la nuova formazione e se ha influito sul nuovo album? (Nel novembre 2015, la band annuncia tramite comunicato ufficiale l’addio del chitarrista John Cummings dopo vent’anni d’attività)

STUART: Ehmm è stato davvero un peccato! John mi piaceva molto, ma è stata una sua decisione quella di mollare, probabilmente era stanco di tutto il viaggiare di continuo, non so davvero di preciso quale è stato il motivo scatenante. Non è cambiato molto comunque, abbiamo dovuto aggiungere più chitarre alla musica e abbiamo perso una persona che scriveva musica, ma per il resto siamo riusciti ad andare avanti bene.

Seguiremo il vostro consiglio allora ragazzi: cuffie all’orecchio, volume al massimo e via in qualche posto sconosciuto.