Swedish band Goat

Direttamente dai più profondi recessi della Svezia, i Goat sono sicuramente una delle band più misteriose degli ultimi anni. Sempre mascherati, dalle identità tutt’ora sconosciute, portano avanti il collettivo Goat da decenni, tramandando il segreto di generazione in generazione. Dopo i fortunati World Music del 2012 e Commune del 2014, il 7 ottobre verrà pubblicato Requiem, il loro terzo album in studio. Potevamo forse lasciarci sfuggire la possibilità di intervistarli, anche in vista della loro unica data italiana dell’estate il 28 agosto al TOdays Festival?

P.S. ovviamente, in pieno stile Goat, l’intervista è stata svolta via mail con un membro della band di cui non sappiamo nulla, e che si firmerà Captain Goatheart. Io gli voglio già bene.

Iniziamo con la classica domanda a proposito delle origini della band. I Goat si sono formati a Korpilombolo (un paesino di 500 abitanti nella Svezia del nord) molto tempo fa, e voi siete i discendenti della formazione originaria, giusto?

Qualcuno di noi viene da lì e porta avanti la tradizione dei Goat. Altri vengono da altre località della Svezia.

Se questa storia è vera, avete mai pensato di fare qualcos’altro quando eravate ragazzi? Oppure la band è da sempre stata nel vostro futuro?

La musica è ben radicata all’interno delle nostre anime, ma questa band è solamente qualcosa con cui ci divertiamo adesso. I Goat sono eterni, ma il modo in cui si manifestano no.

E cosa significa World Music per voi?

Semplicemente “musica dal mondo”.

Avete appena annunciato Requiem, il vostro nuovo album in uscita il 7 ottobre. Potete darci qualche anticipazione a riguardo?

È un doppio album, quindi ha un flow diverso rispetto ai primi due. Durante le registrazioni abbiamo provato a realizzare un disco che magari non colpisca al primo ascolto, ma che possa crescere negli anni. Sappiamo che è qualcosa di difficile, ma per noi gli album migliori sono quelli che si comportano in questo modo. Il tempo ci dirà se ci riusciremo! Abbiamo anche lavorato molto con strumenti acustici e usato meno effetti per creare un suono che avesse i piedi sepolti sotto terra e la testa fluttuante nello spazio.

Il primo singolo estratto, Try My Robe, suona decisamente meno aggressivo rispetto a World Music e Commune. Come descrivereste la vostra evoluzione durante gli anni?

È qualcosa in costante cambiamento. Adesso stiamo provando questo, un suono più acustico.

Avete pubblicato molti remix in questi anni. Siete affascinati dalla musica elettronica?

Siamo affascinati da ogni tipo di musica. La consideriamo la più grande invenzione dell’uomo.

Avete scelto di nascondere i vostri nomi e i vostri volti fin dagli esordi, quindi suppongo sia facile per voi gestire la popolarità senza essere riconosciuti in pubblico. Cosa ne pensate invece della troppa visibilità e del troppo ego di alcune popstar di oggi (ad esempio Kanye West, che si paragona a Dio)?

Anche i Beatles si paragonavano a Dio, e in un certo senso… perché no? È comunque troppo facile essere risucchiati e sedotti dalla fama e dal successo, ed è pericoloso diventare troppo consapevoli di sé stessi.

Immagino che le vostre canzoni nascano da infinite jam session. Come le trasformate in quello che poi ascoltiamo nei vostri album?

Come fanno molte band, suppongo. Però lavoriamo moltissimo anche in studio, e molte di queste jam vengono trasformate in brani veri e propri tramite sovraincisioni. Non siamo degli autori così bravi, così cerchiamo di non complicarci la vita e di seguire l’istinto, il flusso. È un metodo che con noi funziona bene.

Siete sotto contratto con Rocket Recordings e Sub Pop. Com’è il vostro rapporto con queste realtà?

La Sub Pop la conoscevamo anche prima dei Goat, Rocket Recordings invece no. Ma vogliamo bene a tutti loro! E anche ai ragazzi di Stranded. Tutte persone fantastiche che non ci mettono alcuna pressione addosso.

Il pubblico italiano è conosciuto per essere uno dei più passionali. Vi piace suonare in Italia? Come sono andati gli ultimi concerti qui da noi?

Abbiamo fatto un breve tour nel nord-Italia più o meno un anno fa ed è stato fantastico. Delle belle folle pronte a ballare, le migliori!

Vi ricordiamo che l’appuntamento con i Goat dal vivo (imperdibili davvero) è per il 28 agosto al TOdays Festival, insieme a Crystal Fighters, Local Natives e Brian Jonestown Massacre. Tutte le info qui, buon concerto e salutateci Captain Goatheart.