capibara

Ieri abbiamo intervistato il giovane produttore romano Capibara, al secolo Luca Albino, che questo venerdì 7 febbraio si esibirà al Leoncavallo di Milano ( insieme a Godblesscomputers e Daemon Tapes in apertura al produttore inglese Kelpe) in occasione del prossimo evento Lobo.

Ormai party elettronico di punta della città meneghina, nato dalle menti di due ragazzi del Leoncavallo con il supporto del producer italiano Kidz106, Lobo giunge ora al suo settimo appuntamento. La formula base adoperata fin’ora, è stata quella di invitare un main act straniero accompagnato da produttori/musicisti italiani. Nei mesi scorsi, infatti, Lobo ci ha portato nomi del calibro di Daedalus, TOKiMONSTALapalux ed altri. Mentre il prossimo evento (14 marzo) punterà esclusivamente ad una lineup tutta italiana, e vedrà protagonisti artisti a noi già ben noti: Go Dugong, Machweo e Pigro On Sofa.

Prendete appunti, mentre QUI invece trovate l’evento di questo venerdì con Capibara.
Leggete l’intervista e cercate di non mancare.

Ciao Luca, non ti chiederò perché hai scelto di chiamarti Capibara, quindi passiamo subito alle cose serie. Prima di tutto, come è nata in te la passione per la musica elettronica, cosa o chi ti ha ispirato?

In realtà non è che è nata in qualche modo, diciamo che è stato tipo un’escalation. Da piccolo mi è sempre piaciuto giocare con tutti quegli attrezzini tipo registratori, cassette, mi mettevo lì e registravo roba, cancellavo, ri-registravo. Ho rotto un sacco di registratori a mio padre. Poi sono cresciuto ascoltando hip-hop, ed in seguito, in terza liceo, un amico mi fece ascoltare i Telefon Telaviv. È nato tutto lì.

Sei anche fondatore di un’etichetta – la White Forest Records – che promuove artisti italiani che fanno questo genere, ed il tuo primo EP – Roxanne – è uscito proprio per questa label. Come mai hai deciso di fondarla? È stato prima o dopo di aver deciso di voler fare il producer?

Avevo appena registrato qualche traccia, mi sono guardato in giro e ho visto che a livello underground nazionale non trovavo nulla che mi rappresentasse in pieno. Poi ho conosciuto Lorenzo (12 Inch Plastic Toys, ndr) e gli ho detto “perché non mettiamo noi su qualcosa?”. Ne abbiamo parlato con altri amici e la cosa è subito piaciuta a tutti. Quindi abbiamo fondato la White Forest Records e lì abbiamo deciso di far uscire il mio EP.

Ad aprile uscirà il tuo primo full-lenght ci dai qualche anticipazione?

Allora, sarà un disco di base hip-hop ma riportato a livello elettronico. Cioè di base sarà ballabile, ultra dance-floor, ma con dei tappeti malinconici. Sarà un disco la cui anima ti porterà a ballare, ma allo stesso tempo ci sarà questo contrasto tra base e suoni, ecco. Poi ci saranno dentro un sacco di collaborazioni, per esempio con i Dropp, i Platonick Dive, i Lies, i 12InchPT, ecc.

Ecco infatti hai collaborato diverse volte con artisti della scena elettronica italiana, come appunto questi che mi citavi, ma con chi ti piacerebbe collaborare in futuro se avessi la possibilità di poter scegliere anche a livello internazionale?

Joey Badass, senza dubbio. Vorrei una sua base. Poi a me piace tanto anche Clementino (ebbene sì, ndr), oppure mi piacerebbe tantissimo fare un pezzo r’n’b con Justin Timberlake (ride, ndr). Ma anche The Weekend o Mecna. Lui ha fatto un solo album ma lo amo.

Sempre rimanendo sulla scena italiana, visto anche che gestisci un’etichetta e quindi ascolterai sicuramente tanta roba, c’è qualcuno che ti ha colpito più di tutti? Qualche artista promettente che ti sentiresti di raccomandare fortemente?

Lasciando fuori Godblesscomputers e Go Dugong che sono dei grandi e ormai sono famosi a livello nazionale, delle nuove leve mi sentirei di consigliare i Dropp, gli Yoop, Yakamoto Kotzuga e Sabir. Dategli un ascolto.

Ok, lo faremo. Cosa ascolti quando crei la tua musica, per esempio in questo periodo che stai lavorando al tuo album?

Difficilmente prendo spunto da quello che ascolto. Per esempio in questi giorni qui piove, e io ascolto i Fine Before You Came. O anche Erykah Badu. Quindi ascolto veramente di tutto.

Concerto e band/artista della vita?

Per il concerto della vita sto aspettando Justin Timberlake (ride ma è serio, ndr). Poi uno dei più belli è stato quello dei National, anche se la mia ex deve ancora darmi i soldi del biglietto. Altro concerto della vita sicuramente i Modselektor al Piper di Roma due anni fa, ma sopratutto Nicolas Jaar. È stato bellissimo: io e un amico eravamo al Dancity Festival, il live era dentro una chiesa romana antica, e alla fine siamo rimasti a parlare nel backstage con lui. Ci ha anche abbracciati.
Per quanto riguarda band preferita, ti dico i tre album che vorrei al mio funerale: High Violet dei National, il primo dei Moderat, e (ebbene sì, ndr) 20/20 Experience di Justin. Parte prima però, la seconda mi ha fatto cagare.

Ok, non ti nascondo la mia invidia per Nicolas. Ma dimmi, c’è un posto dove ti piacerebbe suonare?

Se potessi scegliere direi il Guggenheim Museum di New York, dove hanno suonato i Ratatat nel 2006.

Venerdì sera sarai a Milano per la serata Lobo, ed aprirai – insieme ad altri italiani – niente di meno che per il producer inglese Kelpe. È la prima volta che ti capita di suonare con un artista del suo calibro?

Beh, ho aperto per Slow Magic a Roma qualche mese fa. Poi ecco ho altri programmi per il futuro, con grandi nomi internazionali, ma non posso dirvi nulla per ora. Sarà una sorpresa. Vi dico che per il concerto di venerdì il set sarà tutto nuovo, dei vecchi pezzi ce ne saranno solo due (TV Party e Fu k) poi saranno tutti inediti dal nuovo album, quindi magari venite se siete curiosi.

Siccome siamo ancora a febbraio e il 2013 è finito da poco, ci dici qual è stato il tuo album dell’anno appena passato? Per noi di DW per esempio è Immunity di Jon Hopkins.

Io sarei d’accordo con Jon Hopkins, ma siccome voglio fare il bastian contrario dico Jay-Z per quanto riguarda gli internazionali, e Fritz di Fritz Da Cat per quelli nazionali.

Va benissimo. Grazie del tuo tempo e ci si vede venerdì sera al Leoncavallo.

 

Siateci anche voi, cervi cari. Ci sarà da ballare.