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Una notte difficilissima, quella dell’italiano medio intento a guardare il SuperBowl.

Prima cercando di capire quale edizione fosse realmente quella di quest’anno perché XLVIII è davvero troppo complicato perché “X è 10 però dopo c’è la L che io non ho mai visto e quindi metto 10 + L che fa 10L e poi vabhe VIII è 8 quindi è 10L8 10 l’otto non lo so comunque saranno almeno 10 anni che lo fanno sto coso“.

Poi postando status/tweet in giro per i social, con hashtag #SuperBowlXLVIII (sperando di scrivere SuperBowl in maniera corretta)

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Ed infine 3 ore di partita provando a capire cosa fossero tutti questi “secondo down e 5” e perché gli arbitri lanciavano fazzoletti colorati per terra ogni 5 minuti. Ma comunque sempre bravi e belli ‘sti americani! #theamericandream

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Ma a noi che cazzo ce ne frega a noi della partita che tanto ci stanno i concerti a metà partita?!

Ed ecco che arriva Bruno Mars (da qui Umpa Lumpa), direttamente dalla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka che con i suoi 165 centimetri di wannabe-Micheal Jackson inizia la performance con un minuto di assolo di batteria, ricordandoci i cari tempi di John Otto, batterista nano dei Limp Bizkit. (qua sotto un fotogramma di My Way, in cui la batteria sovrastava il batterista)

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Ma la storia questa volta è ben diversa: Umpa Lumpa sfodera passaggi di gran classe dimostrando di sapersela cavare discretamente.

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Umpa continua la performance ballando e cantando cover dei The Police, dei The Whispers e di Breakbot, facendo credere al pubblico internazionale che siano pezzi suoi “giusto un po’ rivisitati“.

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Ed è proprio sul punto più alto della performance (perché comunque è stata bella da vedere e Umpa è stato bravo) quando Umpa si ricorda di aver fatto una grandissima cazzata e di aver invitato sul palco i Red Hot Chilli Peppers. Ed ecco che la magia finisce.

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Ecco entrare una delle band più inutili e sopravvalutate degli ultimi 15 anni. “Cazzo dici dai, By The Way è un pezzone e anche l’altro si dai non mi ricordo il titolo. California qualcosa.” Una band (solito petto nudo e sobrietà) che ha ben poco da dire, specialmente nel 2014, difatti ciò che propongono è un brano di 23 anni fa. E mi raccomando continuate a credere che loro e i Muse siano le band migliori al mondo che vivrete bene.

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Vi lasciamo con una frase che è l’emblema della magnifica serata sportiva quale è stata quella del Superbol, che alla fine si è scoperto sia arrivato alla 33esima edizione.

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P.S. Da sottolineare comunque la performance di Busta Rhymes, cornerback dei Seattle Seahawks.

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