hype

Da sempre la redazione di Deer Waves si impegna per fornirvi le più interessanti novità nel panorama musicale.

Come dei piccoli Pippo Baudo andiamo alla ricerca dei migliori artisti emergenti. Spesso siamo i primi a proporli in Italia e altrettanto spesso arriviamo prima anche degli amici stranieri.

Il 2015 ormai è vivo e abbiamo deciso di darvi una sorta di mappa di quale sarà l’andamento musicale nel nuovo anno, con un’infarinatura di quelli che (secondo noi) saranno i talenti emergenti più fighi e più importanti da tenere d’occhio.

DENAI MOORE (Londra)

19 enne, giamaicana di nascita, sembra far musica da sempre: prima Lauryn Hill, poi Bon Iver e Feist, sono di grande ispirazione per la sua rapida crescita artistica che avviene nella madre patria britannica, a Londra.

Ringraziamo Plan B che ha reso possibile tutto questo supportandola fin dagli inizi e ascoltiamoci (live per BBC radio 1) I Swore, brano che dà il titolo all’ultimo EP, confermandola tra le novità più interessanti del prossimo anno.

GEORGE THE POET (Londra)

Si definisce “un comico” che ha studiato a Cambridge, ha solo 23 anni e, nonostante questo, le sue parole sono più taglienti di un rasoio. Sarà l’effetto del crescere nel nord-ovest di Londra, sarà la crociata contro l’elitarismo che sta affrontando da solo ma sarà sopratutto la sua fortissima personalità e creatività a portarlo lontano.

1,2,1,2 entra nella testa e non esce più, è una flebo di autostima, è l’energy drink del futuro.

RYN WEAVER (Los Angeles/New York)

Un solo EP all’attivo intitolato Promises e tanto tanto tanto vociferare attorno al suo nome. Pare si divida tra LA e NYC e il suo debutto, intitolato OctaHate, è stato prodotto da questa gran combo di personaggi: Michael Angelakos (Passion Pit), Cashmere Cat e Benny Blanco.

Si sprecano già paragoni con nomi molto importanti (Beyoncé è tra questi) e, come se non bastasse, la prima spintarella ricevuta da Ryn viene proprio da un tweet di Charli XCX.

https://www.youtube.com/watch?v=hTVZdW8pTEM

SPOOKY BLACK (Saint Paul, MINNESOTA)

In fondo Shlohmo ha iniziato così, lo stesso vale per XXYYXX e per Spooky Black, un sedicenne dagli States che conferma puntualmente la regola. Without You è un pezzone fondamentalmente r&b ma con forti influenze dalla musica di James Blake e una nota di decadenza dal maestro Mac DeMarco.

Il tutto condito con una grafica da Windows 98 e una bandana bianca in testa per disorientare un altro po’ gli ascoltatori. Aspettiamoci grandi cose, è in gamba il ragazzo.

KWABS (Londra)

Promettente talento (ancora una volta) dalla City, da ottobre sul tetto di Spotify, vanta un intero EP prodotto con l’aiuto di SOHN.

Jazzista di nascita e ghanese di origini, ora si colloca in uno strano limbo tra soul e pop: a conferma del fatto che sperimentare porta sempre ad altissimi traguardi. Walk è il brano del momento, ve lo dice lui con questo sguardo sempre un po’ perplesso alla Kele Okereke e ve lo dicono gli ascolti, ormai a 7 cifre.

WASHER (New York)

Grande attesa per questo gruppo capace di superarsi dopo un ottimo EP, con un paio di canzoni che stanno andando a delinearsi in sonorità à la Parquet Courts/Pavement con innesti alternative appena usciti dagli albori degli anni ’90.

Sicuramente pronti per il salto nel vuoto verso un disco.

BARLOW (Pennsylvania)

Il giovane gruppo americano è riuscito a passare da un acerbo shoegaze rumoristico ad uno slowcore/lo-fi citando gruppi come Guided By Voices, Eric’s Trip, levigando a dovere gli spigoli.

Ancora senza etichetta ma con grandi prospettive.

SOLSTICE (Brighton)

Questa band inglese manipola atmosfere dream, riuscendo ad uscire dagli stilemi tipici inglesi che li dovrebbero orientare verso il pop. Giocano nel lo-fi accarezzando il post-rock senza trascurare la melodia in una versione più accessibile degli Slowdive di Pygmalion.

Possiamo gustarci poche canzoni ma dal dolce sapore, pronti a pubblicare un EP.

MY INVISIBLE FRIEND (Italia)

Qui non parliamo solo di shoegaze: questa band italiana riesce a mischiare sapientemente Jesus And Mary Chain, Telescopes e Spacemen 3. Psichedelìa e rumorismo, viaggi spaziali con la ripetitività kraut che li contraddistingue.

All’attivo con pochi singoli, li attendiamo al varco.

DEERS (Madrid)

Cerve (come noi), quattro spensierate ragazze spagnole che citano senza alcun timore Velvet Underground e Beach Boys, canzoni da ascoltare sotto il sole cocente ispirate da quegli anni ’60 lontanissimi ai loro e ai nostri occhi, vi lasceranno un po’ di felicità.

Lanciate nel 2015 verso una pubblicazione più seria di qualche pezzo sparso.

MARIKA HACKMAN (Londra)

22 anni, si definisce una cantautrice abstract folk. Il suo esordio musicale avviene in tenera età, suonando la batteria in una band con una sua compagna di classe, una certa Cara Delevigne. Polistrumentista e curatrice di tutti gli arrangiamenti delle sue canzoni, pubblica un EP di sole cover in collaborazione con un suo compagno di scuola, Johnny Flynt, che le è valso l’attenzione di Charlie Andrew, ex collaboratore degli Alt-J.

Il singolo Drown anticipa l’album We Slept At Last previsto per la prima metà del 2015. Un intricato puzzle acustico di inquietante bellezza, che sicuramente la allontana dall’essere “un’altra cantautrice twee” e lascia spazio a un avvenire artistico di primo piano.

VINCE STAPLES (Los Angeles)

Uno dei nomi più chiacchierati di questo 2014, il ventunenne Vince. Già membro della crew Oddfuture che fa capo a Tyler the Creator, alcune sue collaborazioni sono comparse già in molti lavori di importanti esponenti dell’ensemble californiano.

Il suo EP rilasciato quest’anno è arrivato alla ventesima posizione nella classifica degli album dell’anno di Pitchfork, e in Blue Suede capiamo subito il perché: genio, irrequietezza e talento si mischiano in un connubio perfetto. Vince ha già infranto la barriera del milione di visualizzazioni su YouTube, e sicuramente questo non fa che aumentare le aspettative per il lavoro che lo lancerà nella maturità artistica.

TURTLE (Glasgow)

Tracce che entrano in testa e non escono più. Il produttore scozzese Turtle, che ha già rilasciato un EP di tutto rispetto quest’anno, Who Knows, si è superato con il suo ultimo sforzo Lavender.

Una traccia che eleva l’ascoltatore tra percussioni ovattate e magici sample vocali. Viene paragonato ad un primo Moby, e noi come facciamo a non farci prendere bene?

https://soundcloud.com/weareturtle/lavender

MILK TEETH (Bristol)

Chitarre fuzzy, riff violenti e casse che pestano.

Da Bristol arriveranno il prossimo 26 gennaio i Milk Teeth, con l’EP di debutto Sad Sack. Inglesissimi nell’approccio punk e un po’ cazzaro, irrimediabilmente giovani ma nostalgici al punto giusto, i loro show dal vivo saranno una ragione in più per sopportare un altro capodanno con i parenti.

SHAMIR (Las Vegas)

Sempre America, Las Vegas questa volta. Questo diciannovenne potrebbe essere la definizione stessa di creatività. Già membro di un duo chiamato Anorexia, musicista autodidatta (ha ammesso anche di avere imparato a suonare la chitarra al contrario), con all’attivo alcune demo di musica country, si è dimostrato una inesauribile fonte di talento.

On The Regular è già una hit, ma da questo giovane artista così poliedrico ci aspettiamo molto di più.

TOM MISCH (London)

Talento cristallino di appena 19 anni, con un’incredibile vena creativa che, nel giro di un anno, lo ha portato a rilasciare nuovi singoli, remix, collaborazioni, EP.

Doti da polistrumentalista, mix di UK garage, r’n’b e indie pop. Una bomba insomma, che nel 2015 esploderà in maniera definitiva. Lui è Tom Misch, e saluta l’anno con il suo ultimo EP, rilasciato l’8 dicembre:

MANSIONAIR (Sidney)

Trio electro-pop che, a suon di beat e synth catartici, ha esordito a gennaio con Hold Me Down,un pezzo che una volta in testa difficilmente riesce a uscirne. Da allora l’attesa di molti ne ha alimentato l’hype, ma il loro silenzio si è infine rotto appena due mesi fa, con l’omonimo debut EP.

Nel frattempo la Goodbye Records li aveva già inseriti nel suo roster. Loro non se li sono lasciati sfuggire, farete lo stesso anche voi?

MONSTER RALLY (Los Angeles)

È un sound davvero particolare quello di Ted Feighan, aka Monster Rally, che, mai come ora, vede per il 2015 la sua possibile svolta e consacrazione. In redazione c’è chi lo segue ormai da qualche anno, e vedere SPIN parlare di questo talentuoso producer solo ora, ci ha fatto un po’ gongolare.

Che sia la giusta spinta? Noi ci contiamo. Con un mix di hip-hop, exotica e tropicalia le sue tracce sembrano nate per il flow di qualche MC. Un esempio ce lo da proprio questa recente collaborazione:

LEON BRIDGES (Fort Worth, Texas)

Bisogna fare un salto indietro al 2012 – col sorprendente album d’esordio di Michael Kiwanuka – per ritrovare le stesse sensazioni che abbiamo provato ascoltando la musica di Leon Bridges. Perché ragazzi, alle soglie del 2015 produrre dell’ottima quanto intramontabile soul music è una scelta tanto difficile quanto coraggiosa.

Questo giovane cantautore, però, grazie ai primi due singoli, pare proprio riuscirci, riportandoci ai tempi d’oro del soul, da Sam Cooke ai vari Marvin Gaye, Al Green o The Temptations. E lo sta facendo alla grande:

RHODES (Hitchin, Hertfordshire)

Cantautore folk, due EP (l’ultimo giusto quest’anno), ha aperto i tour di Sam Smith e dei London Grammar e calcato il palco all’ultimo Glastonbury Festival. Un profilo del genere lo colloca dritto dritto fra gli artisti che nel nuovo anno vedranno l’anno della svolta.

Con lo pseudonimo RHODES cavalca l’onda lunga dell’indie folk targato Fleet Foxes e Bon Iver (un po’ come Novo Amor, di cui già vi parlammo), un’onda da cui già ora potete farvi travolgere: