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G-23 è solo una delle numerose facce di un giovane e poliedrico producer italiano. Lavora e produce vicino a Biella, bazzica per Torino e Milano, ma con la testa è tra Londra e Berlino. Oggi ci ha raggiunto su Skype per una breve intervista, così da approfondire una delle figure più promettenti della scena techno/elettronica italica. In patria è ancora relativamente poco conosciuto, ma all’estero sta incominciando a togliersi le prime soddisfazioni.

DW: Ciao! Cominciamo dall’inizio. Puoi parlarci un po’ di te? Come è nato il progetto G-23, e quali sono le tue influenze più importanti?

G: Ciao! Dunque, G-23 è un progetto abbastanza nuovo, tutto è iniziato circa un anno e mezzo fa con il mio primo EP che è stato pubblicato lo scorso agosto, da dove ho preso il via, anche se il progetto in sé era in cantiere da un po’ di tempo.
Per quanto riguarda le mie influenze, il discorso si fa un po’ più complicato. Ascolto e sono affascinato da molta musica, forse troppa (ride, NdR).
In una giornata posso passare da ascoltare Björk agli Einstürzende Neubaten, da Gil Scott Heron ai Massive Attack, dai Boards of Canada a J Dilla. Per me è sempre stato molto importante cercare di allargare il più possibile i miei orizzonti musicali, non sono il tipo che si “fissa” in assoluto su un solo genere, non ora, magari quando ero più piccolo capitava più spesso. Verso i 12-13 anni, per esempio, mi fissai con l’hip-hop americano, non ascoltavo altro. Vivevo questo genere in maniera molto musicale, i beat e il flow degli artisti erano una cosa sola per me, il loro modo di coniugarsi in qualcosa di unico mi affascinava tantissimo, era quasi più importante l’armonia che mi passava la canzone che il messaggio lanciato dalle parole dell’artista. Da lì poi, è iniziato tutto: reggae, dub, poi son passato al rock, electro, indie, french touch per poi addentrarmi sempre più nella scena elettronica e a materiale anche più particolare, come ambient, idm etc. Ma la mia grande passione, e sopratutto ciò a cui mi ispiro quando produco, è tutta la scena anni 90’s e quello che viaggiava in quegli anni. Dalla techno all’acid house, dalla jungle all’hardcore, dal downtempo ai ritmi sempre più spezzati, generi che per me trovano il periodo di maggior folgorazione in quegli anni in particolare.

DW: Puoi parlarci di quelli che sono i tuoi progetti per il futuro? Hai qualche nuova release in programma?

Come G-23 sto cercando di evolvere il mio sound progressivamente sempre più in qualcosa di ricercato anche stando sugli schemi techno, vorrei concentrarmi di più sulla ricerca del suono, sperimentare ed evolvermi un po’. Di pronto c’è l’EP che uscirà in vinile sull’etichetta londinese No Logo con una traccia mia e una di Ansome con corrispettivi remix, le preview sono già online e il disco sarà disponibile all’acquisto a breve, e ovviamente son già al lavoro su altro materiale.
Inoltre ho dato il via a un progetto parallelo dedicato a materiale più ambient, ritmi spezzati e libero, senza darmi e seguire molti schemi, “Strange Audio Dreams“, con cui farò uscire un altro EP chiamato Error Design e conterrà due remix del giapponese NHK Koyxeи (PAN / Raster Noton).
Sto anche finalmente lanciando la mia etichetta, si chiama Art-Aud, con cui rilascerò elettronica di vario tipo e inizierò con una series chiamata SECRET RAVE, appunto dedicata alle sonorità Uk rave. Su questo però non vorrei svelare troppe informazioni, preferisco che vi aleggi attorno ancora un certo mistero, ma maggiori news saranno online a breve!

Abbiamo parlato abbastanza, è arrivato il momento di  lasciare spazio alla musica di G-23, e vi assicuriamo che non è poco dato che un paio delle sue tracce sono state passate da Surgeon su RinseFM. Enjoy, e non lasciatevi scappare nulla di quello che questo ragazzo avrà da proporci in futuro.

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