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Tra gli articoli con cui abbiamo concluso lo scorso anno ricorderete gli HYPE TO WATCH FOR 2014. Eccoci a distanza di pochi mesi a parlarvi di un duo che di quella lista era tra le proposte più interessanti, e che ora è letteralmente esploso: Broods. Come già accennato, arrivano dalla Nuova Zelanda (Auckland), il synth pop è il loro marchio di fabbrica, e il loro produttore è Joel Little (nuovo re Mida tra i producer musicali, visto che già ci aveva visto lungo producendo il debut album di LordePure Heroine, che gli è valso il Grammy per Royals, Song of the Year 2014).

Sono tanti, quindi, i punti in comune tra i Broods e il fenomeno musicale Lorde: stessa nazionalità, produttore e genere musicale; a cui si aggiunge anche l’età molto giovane (il duo Broods è infatti formato dal 21enne Caleb Nott + la 19enne Georgia Nott, fratello e sorella). E allora, direte voi, perché ascoltarli, se già abbiamo quel concentrato di talento di Lorde? In attesa dell’album previsto per agosto, una prima risposta ce la dà l’omonimo debut EP Broods: 6 tracce, per uno degli EP che quest’anno ha suscitato maggiore hype.

Bridges è la traccia che a ottobre 2013 ha segnato il loro debutto: un singolo che a oggi ha superato 600k ascolti su Soundcloud, e che a dicembre 2013 ha fatto sì che i  fratellini neozelandesi venissero messi sotto contratto dalla Polydor Records per il mercato europeo e dalla Capitol Records per il mercato al di fuori del vecchio continente. “And we’re burning all the bridges down / Watching it all go down in flames”: la voce di Georgia così flebile e delicata ben si addice al beat alt-pop e caleidoscopico suonato dal fratello Caleb; un perfetto climax ascendente che fonde poche note di piano con l’eterogeneità dell’elettronica e una voce dolce e malinconica, insomma la tipica canzone con tutti i requisiti per forzare subito il replay.

Passiamo poi a Never Gonna Change, seconda traccia ad anticipare il recente EP. Ancora note malinconiche e synth avvolgenti supportano la voce di Georgia, che qui prende maggior pienezza e corposità:  “And I hate that I’m always so young / Have me feeling like you are the one / And it’s never gonna feel like it’s time / Cause it’s never gonna change”, noterete che in queste parole c’è anche la voce, seppure secondaria, del fratello, come a rinsaldare un’intesa artistica davvero molto forte (un elemento, questo, presente anche in altre tracce dell’EP).

Pretty Thing ricorda nell’intro The Mother We Share dei CHVRCHES, e presenta ancora una volta la voce di Caleb, come in un botta-risposta con Georgia. Sleep Baby Sleep, ha nella delicatezza la sua forza melodica, meno spazio ai beat a favore quindi della voce, per la traccia che risulta così la più ricercata dell’intero EP. Taking You There si avvale invece di una inaspettata quanto intramontabile chitarra folk, con parole che sembrano quasi l’eco di una voce lontana, per un ritmo complessivamente molto coinvolgente. Coattails conclude l’EP con un approccio pop più tradizionale, buono è il trasporto, anche grazie alle parole usate nel ritornello: “So we’ll ride the coattails to the finish line / I don’t hear those church bells chime anymore / ‘Cause I’m in love with this”.

I Broods hanno il merito di essersi ritagliati in pochi mesi uno spazio importante nel panorama electro pop, e di averlo fatto grazie a un semplice EP di debutto, cosa alquanto insolita direte voi. Tuttavia, avendo lo stesso producer di Lorde, ci puzza di progetto musicale un po’ troppo studiato, pescando qua e là da gente che ci piace tanto come xxCHVRCHES o Purity Ring, ma rivolgendosi a un target più incline ad artisti come Lorde o Ellie Goulding (quest’ultima, tra l’altro, verrà supportata dai Broods nel tour in Australia e Nuova Zelanda).

Insomma l’hype creatosi attorno ai Broods è fin troppo esagerato; attendiamo allora l’album, che sarà il vero banco di prova. Voi comunque ricordatevi questo nome, non si sa mai, perché se poi dovessero far uscire qualcosa di forte, non dite che non vi avevamo avvisati.

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