halfSe non avete fatto gli struzzi e non avete tenuto la testa sotto terra negli ultimi 12 mesi, avrete certamente notato che una nuova ondata psichedelica ha ricominciato ad allagare le camerette di ognuno di noi.  Le orecchie più attente avranno già avuto modo di imbattersi in quei turbini di suoni ipnotici, in quelle atmosfere tossiche da far perdere i sensi, da cui difficilmente un individuo riesce ad avere un rehab di successo. Come un Richard Ashcroft d’annata, sbattiamo quasi per puro caso contro quattro sbarbati di Coventry che di psichedelìa sembra ne mastichino giorno e notte. Gli Half Loon sono da segnare sul blocchetto degli appunti, con tanto di postilla e rimando al termine stile ed eleganza.

Il quartetto nasce dalla mente e dalla volontà del frontman Daniel Pickard. Dopo gli inizi da solita, conditi da un tour in UK, in cui riceve svariati apprezzamenti tra cui quelli di Lee Mavers (The La’s), Carl Barat e Kyle Falconer (The View), decide di dare un cambio di ritmo al proprio percorso artistico. Trasforma il suo suono e assembla un quartetto di tutto rispetto; le influenze sono quelle di Syd Barrett, Connan Mockasin e The Brian Jonestown Massacre. C’è una sognante qualità psichedelica nelle loro cangianti canzoni, a cui viene aggiunto quel tocco di imperfezione, dato da grezze ed insicure chitarre; il tutto crea un’atmosfera che riporta di prepotenza alle sonorità degli eroi della band, mantenendo comunque un aspetto molto originale e trepidante.

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Swearword strappa applausi sin dal primo ascolto. Il pezzo viene Registrato con l’aiuto di Syd Kemp (Neils Children) e James Aparicio (Spiritualized). L’hype attorno alla band è già elevato ancor prima dell’uscita della traccia d’esordio che, con oscillazioni di mellotron flute e distorti accordi di chitarra, risulta un piccolo capolavoro.  La RIP Records non se li lascia sfuggire e li mette immediatamente sotto contratto. Il 3 febbraio è prevista l’uscita ufficiale del singolo Reverie con tanto di B-side. La traccia ha un inizio sfuggevole, con cimbali e percussioni a farla da padrone; l’atipicità dell’inizio lascia però rapidamente spazio al fidato mellotron, perfetto per catapultarci nel periodo “Syd Barrett”. Le chitarre e la voce di Daniel rendono tutto sensualmente ipnotico, provocando dei veri e propri giramenti di testa con quella corroborante sonorità per ore nelle orecchie.

Se il 2014 inizia così ne sentiremo delle belle.

http://www.youtube.com/watch?v=H940upAvAL4