22222La pietra grida, viene percossa e  accarezzata. Sembrano delle urla intestine che distruggono dall’interno l’intelletto. Giri su te stesso spaventato per cercare la via giusta, ma tutt’attorno ci sono solo pennellate ricche d’acqua e distorsioni che vibrano sempre più forte fino ad esplodere.

Ropsten in svedese significa “pietra che grida”; la roccia dalla quale nei secoli addietro si chiamava il battello che portava dall’altra parte dello stretto di Lilla Värtan, nel NordEst del paese. Ma questo trio non è Svedese, bensì italiano; precisamente da Pederobba, in provincia di Treviso. I Ropsten nascono come quartetto nel 2009: Claudio alla chitarra e agli effetti, Simone alla chitarra, alle tastiere e al Laptop, Leonardo al basso, alla drum machine e agli effetti e Michele alla Batteria. Nel 2010 esce l’EP Singsong For Paranoiaformato da 4 canzoni che superano tutte i 6 minuti di lunghezza, completamente strumentali; il suono ricorda moltissimo quello chitarristico dei Mogwai e nei momenti più ambient i Godspeed You! Black Emperor. Le atmosfere passano dalla rarefazione al totale muro di suono; ricche di noise e shoegaze le esplosioni di 3/4 delle canzoni, sviluppate per raggiungere il climax orgasmico nel finale. Nel 2011 esce il loro secondo EP And I Fell Asleep On A Chair, Downstairs In The Corner; migliora la qualità del suono e le canzoni sono ancora più articolate e studiate. Il disco ricorda ancora i Mogwai e i GY!BE, ma stavolta arricchito di tutto punto, nella prima parte, da suoni sintetici che ricreano un orientamento verso la darkwave (l’interludio tra le 2 parti è una bella sperimentazione in salsa Boards Of Canada), mentre nella seconda viene meno l’utilizzo dei synth. Qui e lì nell’album riecheggiano i Radiohead, ma mai troppo distintamente in singole canzoni. Il disco viene stampato dalla label canadese Dwyer Records in musicassetta. Dopo questo secondo EP, esce dalla band Michele: il batterista. Lo scorso mese, Luglio 2013, i Ropsten rilasciano un primo estratto del loro prossimo EP, ancora senza titolo; la canzone si intitola Insanity Sauce, la drum machine rende tutto molto più gelido, la chitarra scalda l’essenziale per sopravvivere, nel background sonoro tormente di ghiaccio; la direzione intrapresa sembra destinata ad un utilizzo sperimentale di suoni sintetici e di una maggiore dose di drum machine.

Non ci resta che aspettare questo Autunno per poter ascoltare il loro nuovo disco.

Peace.

 

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