Bene, un altro modo per incontrarsi tramite app.
Ma prima: cos’è Bumble? Sostanzialmente è come Tinder, solo che quando due persone si scambiano un segnale reciproco, la chat si apre solo su iniziativa del profilo femminile. Dunque è la donna a fare la prima mossa.
Alla base del progetto c’è Whitney Wolfe, co-fondatrice proprio di Tinder, che ha voluto creare
un’alternativa che faccia sentire alle donne il controllo.
Al di là del boldrinismo latente, la notizia è la nuova possibilità (a breve, entro poche settimane) di connettere l’account Bumble con quello di Spotify, per far conoscere agli utenti non solo i selfie più riusciti ma anche i propri gusti musicali.
Questo dovrebbe facilitare la ricerca del partner ideale ed evitare spiacevoli sorprese nel caso si affrontasse l’argomento musica dopo essersi già incontrati di persona.
Occhio però che trattasi di arma a doppio taglio: sei proprio sicuro che ascoltare l’ultimo di Flume ti renda sessualmente appetibile? O che mostrare i tuoi listening dei Biffy Clyro ti faccia guadagnare in termini di fascino e virilità?
Don’t panic: per gli ascolti imbarazzanti, i famosi guilty pleasure che tutti abbiamo, sarà possibile nasconderli con un semplice clic.
Per tutto il resto c’è l’old school.