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30
Kurt Vile
b’lieve i’m going down…
Questo è un disco di Kurt Vile, e suona benissimo da Kurt Vile. Ogni nuova opera ci apre ancora di più la porta alla sua persona, al suo punto di vista inclinato, ironico e un po’ goffo sul mondo, un mondo incerto nel suo modo più bello: imprevedibile. Potremmo dire che b’lieve i’m goin down… è l’unico disco possibile di folk/americana serio nel 2015: un disco assolutamente autentico.
29
George Fitzgerald
Fading Love
Fading Love è il manifesto introspettivo di un dj rattristato, un bohémien passato dalla consolle alla cameretta come solo i grandi canzonieri sanno fare. Fitzgerald ama spassionatamente l’elettronica e la canzone classica, mostrando una sensibilità glaciale ed una tecnica inaudita, cristallizzata da synth orizzontali, beat ipnotici e micro house tagliata male. Una session da ascoltare tutta d’un fiato.
28
The Soft Moon
Deeper
C’è un assioma sbagliato alla base della musica: tutto è divisibile in generi. Come se ogni brano/album/artista potesse essere tagliuzzato su un asettico tavolo operatorio per poterne estrarre tanti organi: il pop, la psichedelia, etc.etc.. Questo non ha senso in un album fatto di stati d’animo, che ha tantissime emozioni da trasmettere: prendere per mano la propria solitudine e farne la propria cifra, questo è ciò che ha fatto Vasquez in Deeper.
27
Elvis Depressedly
New Alhambra
Il punto di forza di New Alhambra coincide con il punto debole dello stesso: è un disco troppo breve per essere considerato un capolavoro, ma al contempo è abbastanza lungo, abbastanza ponderato e, naturalmente, abbastanza efficace per essere considerato un ottimo lavoro. Perché questi venti minuti sono talmente intensi ed emotivamente carichi che volano via in un attimo.
26
Vince Staples
Summertime ‘06
Classe 1993 da Long Beach, California. Nonostante racconti il ghetto come molti altri, Vince Staples ha saputo ergersi nell’affollato mondo del rap americano. L’originalità di Staples si palesa certamente nei testi, ma anche nel flow ricercato e nelle basi mai banali. In Summertime ’06 la California si fa oscura ma ciò che colpisce maggiormente è la voglia di Staples di raggiungere la luce.
25
Neon Indian
VEGA INTL. Night School
Neon Indian è un visionario amante del famolo strano. Ma soprattutto, è una star che cavalca l’onda dei 90’s e della discoteca cafona, con la sua musica fantascientifica e le sue storie scellerate. VEGA INTL Night school è un arcobaleno di tastiere e luci al neon con la pentola d’oro Slumlord, dalla quale è difficile uscirne vivi. Un disco da ascoltare e riderci su. Poi però si esce a comandare.
24
Sleater-Kinney
No Cities To Love
Uno dei primi album dell’anno e uno dei più crudi. Il ritorno delle Sleater-Kinney è una sentenza post punk tra le meglio riuscite della stagione. Ribellione, anti capitalismo e quel substrato lesbo/punk di fine anni 90 che incendia intere città.
23
Sun Kil Moon
Universal Themes
A un anno di distanza dall’acclamato Benji, Mark Kozelek si ripresenta con un disco altrettanto complesso, un lungo racconto i cui temi universali sono costruiti attraverso l’accumulazione di dettagli apparentemente irrilevanti, e in cui gli elementi musicali si sottomettono elegantemente alla narrazione. Universal Themes distrugge tutti gli schemi del cantautorato e lo fa maledettamente bene, pur rimanendo un’opera estremamente intima e personale.
22
Howling
Sacred Ground
A metà strada tra pop, elettronica e rock, con una ricerca oserei dire ossessiva del suono curato e limpido, il primo lavoro degli Howling si posiziona in una sorta di limbo sonoro. Ma nella musica non esistono né paradiso né purgatorio né inferno. Esistono solo consonanze che a secondo del gusto musicale dell’ascoltatore si avvicinano più o meno alla tanto agognata perfezione.
21
The World Is A Beautiful Place And I’m No Longer Afraid To Die
Harmlessness
Harmlessness è un lavoro ricco di contrasti: la spontaneità si scontra con la ponderatezza, il vecchio abbraccia il nuovo, l’amore guarda da lontano l’odio. E tutto ciò viene riprodotto sotto forma di onde sonore, che non possono che inondare le orecchie dell’ascoltatore e portarlo nella dimensione più intima del suo io.

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