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40
Beach House
Thank Your Lucky Stars
Thank You Lucky Stars è un album delicatamente melancolico, quasi una fiaba della buonanotte à la Carroll alla quale i Beach House riescono a dare suono, ricreando momenti preziosi di un mondo di fantasia del quale però si riesce a sentire il moto e del quale vediamo i personaggi; non resta che perdersi in questo immaginario fantastico e rubarne le emozioni per le notti d’inverno.
39
Deerhunter
Fading Frontier
Fading Frontier è un album ingannevole: apparentemente più limpido e “accessibile” rispetto al passato, in realtà le atmosfere si scoprono più torbide ad ogni ascolto, strato dopo strato, strofa dopo strofa. Al settimo LP, i Deerhunter hanno ancora molto da dire, dimostrandosi una delle rock band più importanti del decennio.
38
Arca
Mutant
Mutant è brutale. Arca non asseconda più i movimenti del corpo come in Xen, ma come un burattinaio si diverte ad annichilirlo prima, per poi liberarlo in una luce celestiale. Quella che risulta null’altro che una cacofonia ad un orecchio che non presta la necessaria attenzione all’intimità dell’ascolto, è in realtà un suono profondamente viscerale, carico di una tensione che si fa terrore ed ansia in alcuni istanti, adrenalina e desiderio in altri. Una rincorsa perpetua di tracce dai confini indefiniti, che collassano su loro stesse laciando aperti indecifrabili spiragli di passaggio tra l’una e l’altra.
37
Donnie Trumpet & The Social Experiment
Surf
Tessuto dal trombettista Donnie Trumpet e dal variopinto estro del rapper made in Chicago Chance the Rapper, Surf è un album vibrante, eclettico e celebrativo, che non osa mai prendersi sul serio nemmeno per un minuto, senza per questo apparire né superficiale né tantomeno banale. Le radici gospel e jazz si diramano in microcosmo di: funk, soul, world music, blues, dub, pop, Michael Jackson, il Re Leone. I canoni dell’ hip hop vengono così sovvertiti, la soggettiva diventa panoramica, gli occhi e le parole di uno sono gli occhi e le parole di tutti. In pieno spirito gospel le liriche sono volutamente candide e virtuose, celebrative della vita, della famiglia e dell’amicizia, senza mai abbandonarsi a sentimentalismi. È la nuova avanguardia hip hop.
36
Iosonouncane
Die
Die è un disco profondamente sardo non solo per l’origine, per i tenores, per i suoni granitici e profondi. Si percepisce un’abnegazione totale di Iosonouncane nella lavorazione di Die che ha permesso questo piccolo gioiellino. Il fatto è che ogni cosa fatta bene – un disco, come una foto o una sedia – parla necessariamente del proprio autore; in Die viene fuori Iosonouncane traccia per traccia, da ogni verso o suono.
35
Julia Holter
Have You In My Wilderness
“Potremmo definire questo una sorta di sintesi della carriera della Holter: ci sono elementi di tutte le sue passate esperienze, affinati e rielaborati in una forma più convenzionale del solito. Anche stavolta, di delusioni, nemmeno l’ombra. Ancora livelli altissimi per la Holter, che si consacra definitivamente come una delle migliori artiste in circolazione.
34
Unknown Mortal Orchestra
Multi-Love
Una band in continua ascesa che, dopo essersi conquistata buona parte della critica e alcune nicchie di ascoltatori, sta sempre più espandendo la propria fama. Possiamo sicuramente definire Multilove un ottimo album, che poteva essere eccellente se non fosse per alcuni pezzi che mancano di un po’ di personalità.
33
Joanna Newsom
Divers
Senza dubbio una delle cantautrici più interessanti del nuovo millennio, Joanna Newsom giunge al quarto album in studio, che non ha nulla da invidiare a Ys, quello che la consacrò nel 2006. Più fruibile rispetto al passato ma non per questo meno suggestiva: le liriche di Divers celano i consueti rimandi storici e letterari convivendo serene con i layer sonori. Retromaniaca sì, ma la musica di Joanna è amore per il rudere in senso strettamente romantico, un amore “attivo”, che invertendo gli addendi offre al passato nuove possibilità.
32
Verdena
Endkadenz Vol.1
Una prova di maturità concreta, dopo tanti approcci differenti al loro genere ed un doppio album che non tutta la critica era riuscita ad apprezzare. Endkadenz vol.1 è un ottimo disco, i Verdena dimostrano ancora una volta di essere tra i musicisti più validi e innovativi nel panorama italiano, sicuramente tra i più consapevoli dei propri mezzi. Un ritorno piacevolissimo.
31
Empress Of
Me
Ex-teenager ossessionata da Bjork, Lorely Rodriguez in arte Empress Of è un’entità piuttosto concettuale. Me è scarno, scheletrico, tuttavia intimo: dipendenze, ossessioni, nostalgia, solitudine e rabbia si avvicendano tra stratificazioni di vividi synth chillwave, percussioni impetuose e loop ossessivi, lasciando spesso intravedere nelle tracce potenzialità da inno.

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