Son passati tre anni da Post Nothing, album capolavoro del duo di Vancouver. Per me era un attesissimo ritorno, uno di quei dischi che, nei giorni precedenti all’uscita, provi a immaginare come possa suonare, uno di quei dischi che appena ce l’hai davanti per la prima volta ti senti euforico. Celebration Rock è il naturale proseguo di Post Nothing, in tutto e per tutto. Un continuum logico tiene per mano i due dischi, a partire dalle grafiche fino ad arrivare ai suoni.

Chitarre pienissime nonostante le poche sovraincisioni, timpano stuprato nonchè accordato in modo da sopperire alla mancanza di un basso, suoni neri come le urla di Prowse che sanno tanto di post niente. Celebration Rock è l’esasperazione di chi non suona più e fa dei dischi della madonna. The Nights Of Wine And Roses che dopo un WE ARE LIKE HELL AND THE HEAVEN fa partire un coro post epico, ti fa sentire tanto post romantico, il disco continua in un mare di post punk, il tiro delle canzoni ti fa venire un’erezione post traumatica, e visto a posteriori magari Brian King con quell’allenamento di polso, nella vita reale, fa il post ino. Inevitabile il paragone con Post Nothing, inevitabile Younger Us che nonostante i tuoi sforzi renda il paragone così bastardo, inevitabile infine ammettere che Celebration Rock, forse proprio perchè tanto legato al disco precedente, si trova un micro-gradino sotto. Ciò non toglie che siano una band esplosiva e questo sia un altro post capolavoro nella musica di nessuno.